Cent’anni fa mio padre era già nato, in una famiglia numerosa. Mia madre ancora no, e sarebbe poi stata figlia unica, con una sorella mai nata. Già questa differenza era destinata a farsi pesare con quello che avvenne poi, dal loro incontro in avanti. Una foto li mostra giovani assieme, mio padre è bello, più di quanto lo ricordi io, e mia madre in qualche modo più aristocratica, anche se nessuno dei due poteva vantare origini nobili. Quindi neppure io ho alcun ascendente che appartiene al bel mondo. I miei nacquero con le pezze al culo, come a volte sentii in alcuni discorsi in famiglia, mio nonno paterno fu calzolaio e mio nonno materno, al quale fui molto legato, semplice bracciante mai ben voluto dalla matrigna. I primi veri libri che vidi a casa furono i miei testi scolastici, e solo molti anni dopo iniziai a diventare un bulimico dei libri, un po' per l’identica ragione che spingeva mio padre a voler accumulare generi alimentari guardando più alla quantità che alla qualità dopo gli anni giovanili di vera fame. Il mondo di cento anni fa, quello delle mie origini, si limitava ad alcune frazioni poco ad est di Ferrara, e quando invece arrivai io, diversi anni dopo, ormai eravamo ad ovest di Ferrara. E nacqui figlio unico rimanendolo per quasi otto anni. Anche questa differenza di età ebbe conseguenze nei rapporti con l’unico mio parente più vicino vivente. Ad un certo punto, lo ammetto, iniziai ad ammirare le famiglie degli altri, non di tutti ovviamente, ma di alcuni altri. E mio padre, discutendo un giorno, mi confessò quasi accusandomi che provava una forma di gelosia per questo mio atteggiamento che giudicava ingiusto. Aveva ragione, solo in seguito lo capii, e tra le mie colpe non posso che aggiungere anche questa. Le cose mutano e i giudizi con loro. Adesso i miei mi mancano, ognuno di loro in modo diverso ma tutti mi mancano. Anche adesso faccio differenze, e ammetto che da bambino ero molto più legato a mia nonna e mio nonno. Pure questo, negli anni che seguirono, provocò effetti. Ciao, Viz, a lungo ne parlammo, e tu sei presente, anche ora.
Silvano C.©
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