Non ci sono obblighi nei confronti di uno scrittore se non il rispetto che si deve ad ogni essere umano. Non si deve per forza comprare un suo libro. Non è necessario leggerlo se lo si è comprato o ricevuto in regalo, semmai lo si fa per gratitudine nei confronti di chi ce lo ha regalato o perché ci ha convinto la sua presentazione. Alcuni libri andrebbero comunque letti perché sono importanti o hanno a loro modo fatto la storia. Ma tornando allo scrittore, non è detto che il suo lavoro debba per forza piacere, e magari col tempo si arriva pure a cambiare idea in proposito. Alcuni libri, insomma, si possono iniziare e poi, per scelte personali, lasciar perdere ancor prima di arrivare alla fine. Di recente ne ho abbandonati alcuni, era da molto che non mi capitava così, a breve distanza di tempo l’uno dall’altro. L’ultimo l’ho finito ma mi ha rotto, mi ha rovinato un po' la giornata. Assurdo, per essere buono, eppure il suo autore tempo fa non mi dispiaceva come scriveva. Un altro l’ho iniziato e mi sono sentito spinto tra mondi di dottrine orientali, quasi dovessi essere convinto a farmi in qualche modo un adepto, ma di che? Un autore giapponese in modo ripetitivo propone in un capitolo dopo l’altro lo stesso identico schema narrativo, con l’aggiunta di citazioni precise di piatti e attenzioni e ciotoline e gusti e sapori perduti. Mi sono stancato al quarto capitolo. Un altro mi ha tradito con il nome suadente del titolo ma poi, all’interno, troppi racconti slegati tra loro, mi ha fatto innervosire. L’ultimo, che mi sono sforzato di continuare, alla fine l’ho mollato perché oltre a spiegare situazioni in modo impossibile pretendeva di raccontare senza far capire abbastanza, giocando tra passato e presente, parlando di rapporti sessuali in un modo disturbante, di cedimenti e paure, di violenze o forse neppure di quelle. Alla fine non ho capito se la protagonista ha avuto un aborto oppure no, se ha subito vere violenza o lo ha solo immaginato, e tutto allungando il testo con parole incoerenti… insomma, basta. Forse sono più nervoso del solito, forse dovrei camminare di più invece di leggere. Il fatto è che ciò che leggo mi condiziona la giornata. A volte un libro mi appassiona e mi spiace quando lo finisco. Altre, come recentemente è successo, lo faccio finire io prima del tempo. Dimenticavo di aggiungere che non sono tutti libri che ho comprato da poco, perché possiedo una libreria molto disordinata e molto fornita di titoli ed autori. Ciao, Viz. Molti libri li conosci pure tu.
Silvano C.©
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