Supponi di andare da uno bravo e che quello ti proponga di parlare, non nel suo studio però, e nemmeno di andare a trovare qualcuno per farlo, no. La sua richiesta è, quando tornerai a casa e appena avrai un momento per farlo, di sederti e chiudere gli occhi. È in quel momento che vedrai la persona con la quale dovrai parlare, ed è possibile che tu immagini o sappia anche da prima chi sarà, perché quel compito, dopo che ti sarà stato suggerito, avrà agito in modo da richiamare esattamente chi deve arrivare. Sembra facile? È un’invenzione senza senso? Un motivo evidentemente quel bravo professionista l’avrà avuto, e sicuramente è intuitivo che ti obbligherà a riflettere, a rivedere e a ripensare. In fondo, in anni passati, eri tu che teorizzavi di dover parlare ad alta voce per prepararti a eventi o incontri importanti, per prevedere in qualche modo i temi del colloquio e immaginare le obiezioni e le osservazioni alle quali avresti forse dovuto far fronte con risposte chiare e credibili. È lo stesso gioco, pensaci, esattamente l’esercizio analogo di confrontarti con la tua vita in un momento diverso dal quale vivi. Prima anticipavi, ora torni indietro da qualcuno che conosci o hai conosciuto. Un po' richiama la storia del vogatore che prima con la canoa guardava in avanti e dopo, con un’altra imbarcazione, ha iniziato a remare voltando le spalle alla meta e guardando indietro. Nella semplificazione dei sistemi, che si vorrebbe unificare per arrivare alla sintesi assoluta, il prima e il dopo sono sulla stessa moneta e coesistono, solo su facce diverse. Adesso però è il momento di parlare con chi sai, e ascoltare con attenzione quello che ti verrà detto. Pensi di essere tu stesso quello che ti risponderà? È possibile che invece sia solo un modo diverso di raccontare la realtà e che in questo momento ti sfugge. Nella tua memoria ci sono stanze in ombra che conservano fatti e parole legate ad altre persone, parole non tue insomma, che pensi di non ricordare ma che nessuno ha mai buttato per far spazio ad altro.
Silvano C.©
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