Non so se possa essere una soluzione. Le monache ed i monaci di clausura non incontrano l’altro sesso, l’altra metà del mondo. Se ne privano volontariamente, non sono condannati alla reclusione. Molti anni fa, nei nostri viaggi, vedemmo sull’altra sponda del mare il Monte Athos. Eravamo nella piccola penisola centrale della Calcidica e l’Aghion Oros ci sembrava a portata di un piccolo spostamento in mare o in auto. Però tu non avresti potuto entrare in visita, solo io. E pure io avrei dovuto prima fare richiesta ed essere accettato, per niente facile insomma. Neppure gli animali di sesso femminile sono ammessi, con poche eccezioni, tra queste i gatti. Pare che i gatti sappiano superare quelle frontiere meglio dei cani, mi sono simpatici i gatti, e le gatte. Ma torno a questa scelta di vivere in comunità di sole donne o soli uomini, e ammetto di non capirla. Rinunciare al confronto con chi è diverso sessualmente mi sembra una forma di castrazione mentale, magari sbaglio, perché non mi risulta che questo porti a nessun tipo di violenza fisica e magari permette forme di sublimazione del pensiero che altrimenti verrebbe distratto. Chi fa tale scelta la trova evidentemente una soluzione irrinunciabile, ma rimane il fatto che il resto del mondo prosegue in modo diverso. La cosa più assurda è che non tutti potrebbero permettersi di fare lo stesso. Se questo avvenisse in una sola generazione l’intera umanità sparirebbe. Immagino che chi torna da una visita temporanea al Monte Sacro e finalmente sbarca al porto di Ouranopoli rientrando nel mondo di noi comuni mortali possa, da quello che ho letto in proposito, iniziare a respirare a pieni polmoni dopo aver trattenuto il respiro. Ciao, Viz.
Silvano C.©
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