Forse ho capito perché tu non amavi andare nei cimiteri se non nelle occasioni necessarie. In fondo il motivo è banale se è quello che penso. Non abbiamo mai affrontato la questione in modo preciso e mi sembrava normale accettare le tue scelte e tu le mie, in questo caso. Tu non amavi ritornare in modo assillante sul dolore e sugli affetti perduti, cosa che io con evidente leggerezza ho sempre fatto non capendo spesso il dolore altrui. Il motivo era che non conservavi nulla da concludere, non rimandavi le parole da dire, non nascondevi i sentimenti che andavano manifestati, non ti rimanevano sensi di colpa particolari per cose non fatte al momento giusto, e quello che avevi, in un certo senso, ti bastava. Quindi per quale motivo andare a trovare al cimitero chi non ti aspettava dietro una lapide per dire ciò che avevi già detto quando era necessario? Neppure per chiedere scusa di una tua colpa che credevi di non avere già confessato. Per me è diverso, e non è la sensibilità o qualche nobile sentimento che mi spinge a farlo, magari potessi dire che è quello. La verità è che tu non mi bastavi, anche se sei la cosa più importante che abbia mai perduto. Questo lo sapevi, lo capivi, ci stavi male ma me lo perdonavi. Lo stesso con mia madre e mio padre. Non mi bastavano e a volte si offendevano, oppure si litigava. Potrei continuare con altre misere confessioni ma il senso è chiaro, come è del tutto evidente che nel mio caso non valgono le parole della bellissima canzone Grande, grande, grande cantata da Mina. No, io vado e continuerò ad andare al cimitero perché sono stato stronzo quando avrei potuto non esserlo. A presto Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non
c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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