Equilibrio

Nascere con la rabbia dentro, capire che si può contare solo su sé stessi ed il proprio lavoro, trovare un amore, uno vero, capace di stare accanto tutta la vita, e capirlo, malgrado le litigate anche violente. Fuggire, per cercare una vita nuova, e poi farsi ritrovare. Puntare ad un nuovo obiettivo appena quello precedente si è raggiunto, almeno in parte. Fare scelte difficili, alcune sbagliate. Accendersi per nulla, quando molti non farebbero alcun caso a certi particolari. Non legarsi a parenti o amici, ma farsi trainare in questo da chi ama, ed è disposto quasi ad ogni cosa per aiutare, a volte logicamente sbagliando, perché l’errore è parte dell’azione.

Scrivere ancora potrebbe essere utile, riparatorio ma tardivo, quindi serve forse solo a me. Quello che resta alla fine è ciò che gli altri ricordano. Neppure quanto si è lasciato in eredità può bastare, le cose vanno secondo leggi che non si possono prevedere e le variabili sono troppe. Inoltre il futuro ci sfugge.

Vedere l’amore, certo, ma anche i difetti. Capire la difficoltà, ma solo in parte. Intuire le delusioni, ma solo se confrontate con un altro metro. Riuscire a scordare lo scatto d’ira, che però non se ne va mai del tutto, una dannazione eterna alla fine, che non ha alcuna pietà.

Per fortuna non sono un giudice. Quando ho dovuto giudicare ho quasi sempre sbagliato, e sapendolo, negli ultimi anni ho iniziato a optare per l’errore meno grave e più favorevole al giudicato.

Non raggiungerò mai un equilibrio, e neppure lei lo ha raggiunto. Per tutta la vita ha dedicato sé sessa a chi amava, e del resto del mondo le importava poco. Perché poco, in fondo, le aveva perdonato.

Ciao, Viz. L’hai conosciuta, e non so ancora cosa dire di lei…

                                                                          Silvano C.©  

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