È un giorno particolare, che non mi piace ricordare, e non solo per me. Forse verranno tempi migliori, sempre non per me. Ed ho rifiutato di comprare una rosa che mi era stata offerta.
Mi incuriosiva, lo ammetto, e da qualche giorno osservavo quelle rose particolari, con colori vivaci, belli, un po' innaturali, e destinate a durare un anno. Rose vere artificialmente trattate non so come, protette contro l’appassimento previsto nel loro destino di fiori recisi.
Una delle bellezze dei fiori recisi sta esattamente nella loro provvisorietà, richiamo potente al qui ed ora, al presente senza il quale noi non esistiamo, e nella loro forza c’è anche la debolezza. Ma è così che deve essere. Nulla è mai completamente nero, o bianco, o assoluto in una sua qualità. Ed io l’ho rifiutata, quella rosa, anche se un po' mi attirava.
Il mio modo per festeggiare è diverso, come è diverso il modo di ricordare. Magari pure io cado nell’ipocrisia, o nella contraddizione, ma lo so e lo ammetto. Trovo però quantomeno discutibili i fiori portati il giorno dei morti al cimitero e poi lasciati a seccare, nei loro vasi, dimenticati con le persone che volevano dimostrare di ricordare. Dimostrazione fallita, l’effetto è esattamente il contrario. Quella persona è stata scordata, non merita neppure una visita qualche settimana dopo per innaffiare la pianta o per toglierne l’imbarazzante resto. Questo è ciò che vedo. Ancora peggio dei fiori di plastica, perché almeno quelli dicono in modo esplicito che il ricordo si mantiene ma che il tempo da dedicarvi è solo quello, e lo si dice in modo onesto, anche se un po' triste.
Oggi ricordo tutto, e la rosa non è necessaria. Le mie vie sono diverse, e sono anche reali, veri percorsi fisici, passo dopo passo, aspettando qualche cosa, perché qualche cosa arriverà.
Ciao, Viz, buon San Valentino…
Silvano C.©
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