Sembra cosa da poco, ma ha le sue implicazioni che si proiettano nel futuro e che non sono controllabili nel presente. Di mestiere l’avvocato tenta di far valere le ragioni del proprio assistito, a volte le sentenze arrivano altre no, e in ogni caso queste restituiscono una verità che non è mai assoluta. Nei bisticci tra bambini, che imparano a gestire i conflitti che incontreranno da adulti, chi riesce a prevalere come sarà tra venti o trent’anni? E anche davanti all’irreparabile, alla sconfitta finale o alla morte il futuro non è mai scritto come si attendono i generali o gli esecutori-mandanti delle esecuzioni. E non penso alla redenzione futura, ma ad esempio alla considerazione che i genitori, in alcuni casi, pur se costretti a subire una decisione dei figli, in realtà avevano ragione. La storia col tempo ha fatto dimenticare alcuni vincenti per restituire la dignità agli sconfitti. Quello che conta forse non è vincere, ma come si vince o si perde. Le altre considerazioni sul tema le lascio perdere, anche perché non conosco il futuro…
Ciao, Viz
Silvano C.©
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