Aspettando…

 Ma tu faresti un investimento, anche piccolo, per una persona che sta per morire?

Detto in modo brutale e senza pietà per i sentimenti la domanda è semplicemente questa.

E la risposta, per quanto mi riguarda, è sì. Lo dico con rabbia e convinzione, malgrado non ami sprecare, che ci tenga a non farmi impietosire da tante richieste e non ami dare più di quello che, secondo giuste ripartizioni delle spese, sarebbe la mia parte. Se non lo facessi sarebbe come accettare che qualcuno muoia prima che veramente succeda. Se potessi sapere che domattina alle otto una persona morirà dovrebbe essere inutile pensare oggi alla spesa per il suo pranzo di domani. Ma questo modo di pensare lo trovo doloroso e disumano. Sino all’ultimo tutto invece deve essere programmato come se la vita fosse eterna. Se fossi io alla fine, ora, non so come lo accetterei, sicuramente non troverei sbagliato comprarmi un paio di calze o una stampella, o quello che è. Aggiungo che ogni cosa deve essere normale, senza alcuna pietà che possa essere percepita come pietà. Se tu stai per morire, ma voglio che tu sia sereno, e magari per mia stupidità da tempo non faccio una cosa che ti fa piacere, non intendo ricominciare solo perché sei alla fine. Magari ne sono consapevole, magari mi fa male, ma continuo a comportarmi in modo normale, come sempre, come se la vita durasse all’infinito, e non cedo. Che pensieri stupidi, neri, a volte mi capitano. Pensieri rabbiosi nei confronti di chi un tempo mi diede qualche consiglio non esplicitamente espresso, qualche allusione che ho ritenuto un’invasione di campo non amichevole, ma feroce. Magari l’intenzione era buona, era un richiamo alla realtà, ma io dubito ancora oggi della realtà. Ecco. L’ho detto. Questa cosa mi rode da dentro, ed ogni tanto emerge. Ora tento di distrarmi, i modi non mi mancano.

Ciao, Viz.

                                                                          Silvano C.©  

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