martedì 2 febbraio 2021

Una montagna di patate fritte

Talvolta la soluzione è una montagna di patate fritte.

La procedura è relativamente semplice. Servono le patate in quantità adeguata alla montagna che si desidera ottenere e un buon olio da frittura senza esagerare inutilmente col prezzo di quest’ultimo ma evitando l’olio esausto per motori. Altri ingredienti fondamentali, pur se in quantità minore, sono il rosmarino e l’aglio. Per farla completa ci si possono aggiungere alcune puntine di maiale, e magari qualche salsiccia. Le patate vanno sbucciate e tagliate a pezzetti che sembrino spicchi di luna, più o meno. Poi vanno lavate ed asciugate per evitare schizzi quando si metteranno nell’olio bollente. L’aglio deve essere spellato ma senza rompere gli spicchi, e più sono grandi meglio è.

La padella deve essere larga e abbastanza profonda. L’olio va versato e portato in temperatura, senza esagerare. Il momento giusto per buttare il tutto nell’olio è quando questo inizia a sfrigolare attorno alla prima patata che si è messa in padella. A questo punto il gioco è quasi pronto per poter iniziare. Si versano prima le puntine, qualche minuto staranno da sole. Poi si aggiungono patate, aglio e rosmarino, e si mantiene il fuoco alto senza mai arrivare al punto di fumo. L’aria si riempie di odore di fritto. Con un mestolo o un forchettone di legno si rigira tutto di tanto in tanto, e tra le pause si copre la padella col coperchio. Poco alla volta le patate diventano di colore più scuro, con parti brune. Anche la carne cuoce, ed è un piacere vedere che la faccenda funziona.

Mi ricordo mia madre, quando le faceva in un modo che io non so ripetere, solo imitare. Guardandomi allo specchio dopo pranzo ho rivisto un po' del suo sguardo nei miei occhi riflessi. E mi ricordo anche quando le facevo per te, ed era sempre una festa (a parte quell’unica volta nella quale, per poco, non incendiai una casa). Ma tornando alla montagna di patate, con puntine, mentre stanno friggendo bisogna preparare una terrina e rivestirla di carta gialla da fritto, oppure di altra carta da cucina assorbente. Al momento giusto si spegne il fuoco, con una scolino o schiumarola si raccolgono patate e carne dalla padella, si fanno sgocciolare e si mettono nella terrina che aspetta. Finita questa fase la carta si è impregnata di olio, e va sostituita almeno una volta, meglio due, per assorbire l’eccesso di grasso che resta. Il risultato è da gustare subito, magari rischiando di scottarsi. Se la montagna di patate alla fine si rivela una collinetta niente mi male. Potrà essere consumata subito senza lasciare inutili avanzi per un pranzo successivo. Tutta l’operazione non è consigliabile come normale pratica in cucina, del resto friggo pochissimo, ma in certe situazioni si può fare l’eccezione (semel in anno licet insanire) e gli effetti si possono percepire direttamente sull’umore.

Non è necessario il sale. Non ne ho usato neppure un pizzico e non ne ho avvertito il bisogno. Per il pranzo di oggi ritorno a qualche cosa di più salutare.

Ciao, Viz. Tu eri con me, non potevi non esserci.

                                                                          Silvano C.©  

    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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