lunedì 31 agosto 2015

La conseguenza




Davanti al bivio
Figlio mio,
pensa bene, prima di andare
Dopo il bivio
Amore mio,
mai più alle spalle dovrai guardare.
(corto ed antico proverbio maltese)

Quando si nasce non si sceglie il luogo, né la madre, il padre o altra condizione. Si nasce fortunati (pochi) o destinati a soffrire (tutti).
Le prime scelte reali, quelle agite in assoluta libertà né condizionamenti, arriveranno solo molto avanti negli anni. Per alcuni non arriveranno mai, neppure il luogo della loro sepoltura avranno alla fine deciso.

Il bambino viene attratto da un amico, prova curiosità per una situazione che desidera, pensa ad un risultato senza pagarne il prezzo. È ancora convinto di essere libero, malgrado tutto, e che la sorveglianza alla quale è sottoposto sia destinata ad essere superata. È quello anzi che gli fa desiderare di crescere. Ma si avvicina solo alla fine.

Quando entra nel grande magazzino e decide irresponsabilmente di rubare quella penna di marca e abbastanza costosa è perfettamente consapevole del fatto che è un furto, ma è eccitato dalla situazione, sa che rischia, che qualcosa potrebbe andare male. Esce in strada, si allontana piano, arriva sino ai giardini, poco lontano, e finalmente quella penna è sicuramente sua, la può estrarre dalla tasca, toccare con le mani, far scattare il pulsante che fa uscire o rientrare il refill. Ora ha una bella penna. Ma ha perso.

L’incontro casuale gli fa scegliere quello che era pronto ad accettare e forse, in seguito, a rifiutare.  Inizia ad affrontare ancora un bivio; andando a quella festa non potrà vedere la ragazza, e, quando la rivedrà, non sarà la stessa situazione. Andare significa fuggire, e lei lo sa.

Anni dopo, molti anni dopo, ricostruisce a tavolino alcuni passaggi della sua vita. Gli è evidente che si trova in uno dei tantissimi universi paralleli possibili. Dario Archibugi in quanti altri si è sdoppiato? Nel percorrere ogni nodo significativo che ha superato, lui è andato da una parte, e l’altro? E tutti gli altri, ora, non staranno pensano lo stesso, esattamente come fa lui? Non tutti, si rende conto all’improvviso. Alcuni Dario sono morti. Uno in una curva, in un paese della Toscana. Un altro qualche anno prima, sfracellato tra gli scogli di una spiaggia sotto il monte Conero.

Non avrebbe mai incontrato Elsa, se fosse andato a lavorare in Piemonte invece che in Veneto, e c’è mancato veramente poco. Quindi non sarebbero mai nati Giacomo e Lucia, e non avrebbe investito quei soldi in quella cooperativa. Ora sarebbe il Dario che vive parallelo a lui, ma invisibile e sovrapposto.

Forse non è vero nulla. La fantascienza è una cosa, la realtà è un’altra. L’unica verità, quella evidente, visibile e concreta, la vive giorno dopo giorno. La sua libertà se l’è giocata un po’ per volta, scegliendo e riducendo sempre più le opportunità ancora a disposizione. La conseguenza del vivere, quasi sempre, è continuare a vivere.


Disegno di Hugo Pratt


                                                                                                        Silvano C.©   


(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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