L’angelo
è volato via, ma ha lasciato le sue ali.
Ha
volteggiato tra noi, per farci capire che la forza di gravità può fermare il
pensiero, impedirci di volare anche non fisicamente.
Ieri
sera l’avevo visto, ed avevo scordato la fotocamera. Sapevo di cosa era capace,
di quale leggerezza e grazia fosse in grado di mostrare.
La
musica poi un po’ mi ha fatto sognare, anche se era una semplice prova
generale, hanno detto, e quell’angelo non era solo, ma accompagnato da altri
due.
Mi
sono allontanato dopo un ultimo sguardo verso l’alto, verso la cupola del Mart
e più su, verso il cielo.
Stamane
sono tornato, sapevo che non l’avrei più rivisto, credevo di sapere che gli
angeli non tornano mai nello stesso posto, ma sono tornato, di nuovo sotto la
cupola del Mart, ed ho alzato ancora lo sguardo di nuovo verso l’alto. Era andato
via, come sapevo, ma ho scoperto che aveva lasciato le sue ali.
Mi
ha fatto piacere vederle, non mi sono sentito del tutto abbandonato. Forse gli
angeli non tornano mai nello stesso posto perché non se ne vanno mai
completamente, la spiegazione deve essere questa.
Poi
sono tornato verso casa, a piedi, e faceva pure caldo in questa coda
di estate che non intende finire tanto presto.
E
di nuovo l’ho rivisto. Stavolta mi è passato vicino, sulla statale. È stato lo
stesso angelo, ne sono sicuro, mutevole di aspetto come solo gli angeli sanno
essere. Ieri aveva le sembianze di una ragazza bruna che volteggiava appesa a
lunghe corde e cavi di acciaio. Oggi si è divertito a sembrare una donna bionda, alla
guida di un’ambulanza del 118 che correva nel traffico annunciata da una sirena.
PS
– L’angelo è ritornato, la sera, e non era solo. Oriente Occidente lo
ha ospitato con altri. E si era fatto annunciare, solo che io l’ho mancato.
Coprodottodal Festival, sarà lo spettacolo aereo: Fragilità: Manuale di giardinaggio della compagnia tutta femminile Cafelulé a inaugurarequesta edizione sotto la cupola del Mart. Il giardino come metafora dellaricerca della felicità: potare i ricordi e coltivare nuovi germogli danzando aqualche metro da terra per ricordare che “se nella vita non si può evitare dicadere, si può sempre rifiutare di restare a terra”
Coprodottodal Festival, sarà lo spettacolo aereo: Fragilità: Manuale di giardinaggio della compagnia tutta femminile Cafelulé a inaugurarequesta edizione sotto la cupola del Mart. Il giardino come metafora dellaricerca della felicità: potare i ricordi e coltivare nuovi germogli danzando aqualche metro da terra per ricordare che “se nella vita non si può evitare dicadere, si può sempre rifiutare di restare a terra”
Silvano C.©
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