mercoledì 12 agosto 2015

Guerra in Trentino, tra Impero Asburgico e Regno d'Italia (1)




Questo è il primo di una serie post, con molte immagini che riguardano il primo conflitto mondiale, la grande guerra, la grande illusione, il grande macello di milioni di uomini mandati a morire a volte in mille perché uno solo sopravvivesse ai colpi delle mitragliatrici e potesse così conquistare quei pochi metri di terreno, che sarebbero stati persi con la successiva reazione dell’avversario.
Nessuna scena di guerra però, tra quelle che ho raccolto da materiale di pubblico dominio esposto a Rovereto e a Folgaria, solo scene di vita familiare distrutta, di sofferenze incredibili, di evacuazione di territori vicino al fronte, di diaspora dei trentini, divisi tra Impero Asburgico e Regno d'Italia.
Non commenterò nessuna immagine, le ho però suddivise, con una minima introduzione in ogni caso, in questo e nei post successivi, che sono raggiungibili con i link interni, alla base di queste parole.
Credo sia utile, oggi, riflettere sul significato di quegli anni, non solo perché ne celebriamo il centenario, ma anche per alcune inquietanti analogie con i tempi che viviamo oggi. A chi vedrà lascio giudicare quanto vi sia di vero in questo.
Una brevissima, carente e personale introduzione però devo scriverla.
Il Trentino, quando scoppiò il conflitto, veniva da circa 100 anni di dominio austriaco, inflessibile ed illuminato, molto simile a quello dell’impero romano, che occupava militarmente i territori, ma poi lasciava libertà di fede religiosa, di usi e costumi locali, pure un certa indipendenza economica.
Concedeva la cittadinanza romana ma pretendeva obbedienza e sottomissione, oltre a tributi anche in termini di soldati. Lo stesso gli austriaci con gli italiani. Sottomissione assoluta, ma libertà personale, organizzazione statale efficiente, prime leggi in difesa dei lavoratori, lavoro più che in altri territori in quel momento italiani, scuola per i bambini e galera per i genitori che mandavano al lavoro i bambini troppo giovani, un catasto ancora oggi modello per quello italiano e altro ancora.
Eppure molti italiani nati in Trentino questo non lo accettavano, si sentivano giustamente italiani, ed allo scoppio del conflitto, o anche prima, in molti casi, scelsero l’Italia, non l’Austria. Erano gli irredentisti. Eroi per l’Italia, traditori per l’Austria.
Le ragioni in realtà non mancavano, da entrambe le parti, ed il Trentino si trovò diviso, dal fronte, in una guerra che non avrebbe sistemato i nostri confini, come si era sperato. Oggi, se si passa su un passo alpino e si vede il cippo che indicava l’antico confine di Stato, ci si chiede perché siano dovuti morire in tanti, per difenderlo, da entrambe le parti, visto che poi abbiamo deciso di aprirlo, quel confine.
E poi penso a tre personalità Ferraresi, diversissime, che vissero quegli anni o quelli immediatamente successivi, alle loro esperienze, alle loro scelte, molto controverse ancora oggi, a parte sicuramente l’ultimo dei tre.
Il primo fu Italo Balbo, il violento squadrista ma intelligente opportunista che seppe circondarsi di persone fidate e capaci, che dominò la Ferrara del ventennio, che riescì a fare ombra persino al Duce, che non fu mai interessato alle leggi razziali e che riuscì a trasformare, in parte, in movimento culturale e di rinascita cittadina il fascismo che aveva determinato la morte di Don Minzoni e tanti lutti tra gli oppositori. In più, Balbo, che ebbe la fortuna di morire da eroe, fu un aviatore che seppe entusiasmare il popolo, accolto sia dagli Stati Uniti che dall’Unione Sovietica con tutti gli onori, prima dello scoppio della seconda guerra mondiale.
Il secondo fu Renzo Ravenna, podestà fascista di Ferrara, amico d’infanzia di Balbo, irredentista prima che fascista, uomo che fece la scelta di campo sbagliata, come molta borghesia ebraica e non solo di quel periodo, ma onesto sino ad essere definito fesso dallo stesso Balbo, pronto a dare tutto per la città che amava e per la quale non seppe vedere il lato oscuro del fascismo, del quale finì per essere vittima lui stesso, perseguitato e costretto a riparare in Svizzera, nel 1943.
Il terzo fu Giorgio Bassani, nato senza aver vissuto gli anni del primo conflitto e senza essere immerso in quegli anni di entusiasmo nazionalista, senza aver combattuto la prima guerra mondiale. Non per questo fu però meno impegnato, lui sì dalla parte giusta, ma con un'età ed un'esperienza diverse. Fu antifascista e per questo fu messo in carcere. Sicuramente fu più onesto di Balbo, e certamente più critico ed intelligente di Ravenna, ma non so se amò più lui Ferrara del podestà fascista. Lo scrittore non mancò alcuna occasione per esprimere giudizi senza pietà sull'uomo ebreo come lui ma fascista, e non lo perdonò mai. Bassani poi seppe dimostrare il suo amore per la città con la sua opera, rendendo immortali i suoi personaggi e descrivendo Ferrara in modo da affascinare un numero enorme di suoi lettori.
Perché questo richiamo a tre ferraresi? Perché il fascismo usò, per la sua propaganda, gli eroi irredentisti, trasformandoli in fascisti e perchè divide ancora oggi nel giudizio storico.  Alcuni irredentisti però erano morti, è non è detto che sarebbero stati fascisti. Altri sopravvissero, e non tutti abbracciarono la fede del nuovo impero italiano. Ad esempio Renzo Ravenna invitò a Ferrara Cesare Battisti, nel 1914, e questo fa capire quanto quelle persone, in quegli anni, prima e dopo la prima guerra mondiale, fossero coinvolte nella nostra storia, e come sia difficile oggi dare giudizi su allora.
In questo primo post inserisco solo poche immagini, relative al monumento agli alpini, a Rovereto, ed all’obice Skoda posizionato davanti al Municipio, sempre di Rovereto, a due passi dal Museo della Guerra.








Post seguente

                                                                                                         Silvano C.©   


(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.

Post più popolari di sempre

Post più popolari nell'ultimo anno

Post più popolari nell'ultimo mese

Post più popolari nell'ultima settimana