“Basta, è un’invasione,
mettiamo reti elettrificate, ributtiamoli in mare, non facciamoli neppure
partire, affondiamo barconi e gommoni, aiutiamoli a casa loro e che non vengano
qui che abbiamo già i nostri problemi, fuori dalle palle, mandiamo le ruspe ad
abbattere le tende abusive sul nostro territorio, difendiamo la nostra cultura,
aveva ragione la Fallaci, aiutiamo prima gli italiani, basta alloggiarli in
albergo a nostre spese, con le nostre tasse, mentre molti di noi non hanno
lavoro o non arrivano a fine mese.”
Profughi a Isera: insieme nella comunità |
Ecco,
questo si legge facilmente, in rete, si sente in giro, si legge sui giornali,
si ascolta in televisione. La faccenda però è leggermente diversa.
Prima
di tutto noi occidentali siamo responsabili di quanto avviene in molte aree
dove ora regna il caos più completo. Paesi europei hanno bombardato la Libia,
ad esempio. Oppure ci siamo opposti a dittatori che ora vogliamo aiutare,
sempre per i nostri interessi. In passato abbiamo commesso identiche atrocità e
distruzioni, sia come cristiani che come invasori (quindi come colonialisti)
esattamente come quelle delle quali ora accusiamo altri.
Ma
anche ignorando tutto questo, o non volendo ricordarlo, siamo di fronte ad un
esodo di dimensioni talmente grandi, e siamo così divisi pure tra noi, che non
siamo in grado di portare pace in quelle terre dalle quali queste persone
fuggono. La comunità internazionale guarda, ammonisce, richiama, ma non fa
nulla di risolutivo per rimuovere le cause, ed ognuno accusa gli altri,
ignorando i propri muri o i propri scheletri.
Ammetto che non è bello vedere qualche giovane rifugiato ospite di un albergo tranquillamente seduto, nella veranda davanti alla struttura dove vive, impegnato con un cellulare o a discutere di fatti suoi con altri, in attesa che arrivi il pranzo o la cena. Stride con la situazione che vivono in tanti, di
degrado e di bisogno. Viene facile pensare che questi giovani, sani e
nullafacenti seduti davanti ad un tavolino di un bar forse non sono la risposta migliore al problema dell’ospitalità.
In realtà la vita è fatta di diritti e di doveri. È un caposaldo della
convivenza civile. Quindi tutti coloro che hanno bisogno,
in particolare se fuggono da guerre e fame, devono essere aiutati. È un diritto
indiscutibile. Ma vengono anche i doveri,
sono l’altra faccia della medaglia. Esistono in particolare due modalità evidenti con le
quali i nostri ospiti possono dimostrare di meritare l’accoglienza.
Il primo è accettare il nostro modo di vivere e le leggi che ci siamo dati, che comportano il rispetto delle donne e di tutti gli altri.
Il secondo è contribuire con attività utili a tutta la comunità, ad esempio ripulendo le strade, le piazze ed i giardini dai rifiuti, perché per questo non serve alcuna specializzazione, e poche ore al giorno di lavoro, in cambio di vitto ed alloggio, cioè di accoglienza, mi sembrano pure un buon modo per prevenire proteste populiste e razziste. Nessuno potrebbe dire che ospitiamo qualcuno a non far niente.
Il primo è accettare il nostro modo di vivere e le leggi che ci siamo dati, che comportano il rispetto delle donne e di tutti gli altri.
Il secondo è contribuire con attività utili a tutta la comunità, ad esempio ripulendo le strade, le piazze ed i giardini dai rifiuti, perché per questo non serve alcuna specializzazione, e poche ore al giorno di lavoro, in cambio di vitto ed alloggio, cioè di accoglienza, mi sembrano pure un buon modo per prevenire proteste populiste e razziste. Nessuno potrebbe dire che ospitiamo qualcuno a non far niente.
Per
ogni rifugiato la comunità riceve circa 30 euro, se ho capito bene. Questi
soldi poi non vanno alle persone, bensì alle strutture che li ospitano, a chi
fornisce il cibo, oppure vengono spesi sul territorio, quindi producono lavoro
e ricchezza anche per i residenti. Non sono soldi buttati e restano alla comunita.
Un’ottima soluzione la vedo ad esempio a Isera, vicino a Rovereto. Si è
trovata l’idea del volontariato, che produce pure integrazione. Altre vie simili si possono trovare, a beneficio di tutti, credo, senza fare una guerra tra
poveri o rinfocolare l’odio, a beneficio solo di alcuni movimenti o partiti.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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