Tutto
inizia tanti, tantissimi anni fa. Per prima ho conosciuto la figlia, che per
comodità chiamerò Claudia, e pochi mesi dopo lui, che per noi ora è Stefano.
Claudia
era una ragazzina carina, intelligente, provocatoria negli atteggiamenti, gli
occhi che non sapevano nascondere rabbia, curiosità, richiesta di aiuto e
continue sfide. Sembrava ricercare volutamente la lite ed aveva un’amica del
cuore che per lei stravedeva ma che non arrivava alla sua intelligenza, e
sembrava talvolta usata da Claudia per agire al suo posto, un po’ per vedere
che effetto faceva.
Quando
ho conosciuto Stefano mi è sembrato un uomo abbastanza ragionevole, stranamente
apprensivo però, iperprotettivo nei confronti della figlia ma allo stesso tempo
incapace di intuire, di agire, di aiutarla. Capiva le cose, ma non sapeva
trovare una soluzione alla tragedia, che aveva colpito certamente lui, ma più
duramente la figlia.
La
madre, che non ho mai conosciuto, pochi anni prima si era lasciata cadere da un
ponte, un ponte noto nella zona come ponte dei suicidi, dove, anche se le
cronache locali sembrano molto reticenti ancora oggi nel dare questo tipo di
informazioni, sembra che in molti abbiano terminato la loro esistenza terrena,
in media una persona ogni due anni circa, da molto tempo.
Il
salto è di oltre 60 metri, non lascia scampo, e la zona offre un paesaggio a
suo modo suggestivo, adatto, quasi consapevole e partecipe del dolore e della
disperazione.
Sulle
prime non avevo avuto le informazioni giuste, e solo qualche tempo dopo ho saputo cosa aveva vissuto quella famiglia ormai ridotta a due sole persone. La madre
era stata curata a lungo, e sembrava essere uscita da una depressione, mi
avevano raccontato, che aveva visto sia il marito che la figlia ancora
giovanissima tentare di aiutarla. Tutto si era dimostrato però un’illusione, e la donna, un giorno
che la figlia era a scuola e il marito al lavoro, era uscita, aveva chiesto un
passaggio in auto, si era recata in un paesino ad un chilometro dalla sua meta
finale, e poi aveva realizzato quello che voleva, e che forse pensava da molto.
Solo
dopo aver saputo li ho visti entrambi con occhi diversi, ed in un’occasione lui
mi raccontò alcune cose che mi fecero capire del suo dolore enorme per la
perdita, e della difficoltà di aiutare la figlia, in un momento difficile per
lei, una fase nella quale la presenza della madre sarebbe stata importante.
Non
so immaginare troppe cose, e altrettante non ho il diritto di saperle, e poi un
po’ li ho persi di vista; la figlia, in particolare, non la vedo più da
tantissimi anni. Ora Claudia dovrebbe avere circa trent’anni, e spero abbia
superato, in parte, quella tragedia.
Stefano
invece ogni tanto mi è capitato di vederlo, ci siamo scambiati poche parole,
senza mai più toccare certi argomenti. L’ho incontrato sempre da solo, e per
lui il tempo sembrava non passare mai, sempre giovanile, abbastanza alto e
magro, triste.
Solo
recentemente, mentre sto facendo la spesa, mi è impossibile non notare una
donna bella, elegante, da far girare la testa, ma non volgare o eccessiva, con
un portamento che si fa notare, o che io noto, anche perché è la prima volta
che la vedo. E non è sola, capisco che sta con una persona. Poco dopo, continuando
la spesa, la ritrovo accanto a lui, a Stefano, sempre giovanile, con un’aria
meno triste del solito, e vedo che parlano piano tra loro.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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