Ricordate
pochi anni fa quante persone si trovavano in difficoltà economiche perché cadevano
nell’illusione di avere subito il divano, il televisore, la cucina, l’auto o si
potevano permettere quel viaggio tanto a lungo sognato semplicemente pagando dopo
con piccole e facili rate mensili?
Io
negli ultimi tempi sento sempre meno questo tipo di notizie, anche se alcune
pubblicità sono ancora presenti, e forse sono io che guardo meno certi canali,
o la televisione in genere.
Il
problema dell’indebitamento per acquisti non calibrati sulle proprie entrate
stava diventando una delle tante emergenze sociali, che ora sembra in parte
superato, anche se non so come è finita con quelle migliaia di persone che si
sono trovate nella situazione di avere lo stipendio o la pensione già decurtata
all’origine di somme troppo grandi per permettere una vita normale e
tranquilla.
La
soluzione è arrivata, anzi, ne sono arrivate due, ammesso che si possano
chiamare soluzioni.
La
prima motivazione che ha fermato molti in questi acquisti a rate è la crisi
economica. Se lo stipendio viene a mancare, si riduce o diventa più precario, e
se la pensione è sempre più bassa rispetto al costo della vita, per i fortunati
che hanno un lavoro o una pensione, vengono meno le illusioni di poter disporre
di somme da impegnare in acquisti non strettamente necessari. E mi fermo, perché
non è mia intenzione sviluppare il tema dell’inflazione e della deflazione, poiché
non sono preparato su questo ed esula dal mio interesse attuale.
La
seconda motivazione, forse ancora più tragica nella sua logica che spinge a
cercare facili ed illusorie vie al benessere, è l’incremento esponenziale
registrato in questi ultimi anni del gioco legalizzato in ogni sede possibile:
sale gioco, bar, rivendite di giornali e tabacchi, circoli, in altri luoghi di
ritrovo, e in rete.
Sembra
inutile tentare di far capire che sui soldi impiegati per comprare anche solo un
gratta e vinci ci guadagna lo Stato, il gestore del locale e chi distribuisce i
tagliandi, e che quindi la vincita sperata non potrà mai coprire le spese.
In
questo la statistica è chiara, e lo dice la legge dei grandi numeri. Più a
lungo si gioca, maggiore è la probabilità di accumulare perdite. Chi pensa di
essere il solo fortunato non vuole ammettere che anche tutti gli altri
giocatori lo credano, forse si illude che tutti gli altri sbaglino, o forse, e
la cosa fa anche più male, spera che qualche "miracolo" arrivi a cambiare la sua vita
fatta di delusioni. Ad aggravare ogni considerazione sin qui fatta c’è poi la
realtà dell’aumento della patologia del gioco compulsivo, la ludopatia, e
sembra che tutto diventi praticamente irrisolvibile.
Non
penso che fosse preferibile l’acquisto fatto in modo irresponsabile e spero che
chi ha problemi trovi vie diverse per risolverli, magari con l’aiuto solidale
dello Stato che dovrebbe smettere di essere biscazziere e medico allo stesso
tempo.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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