“Ti chiedo scusa”.
Capita
sempre più raramente, però. È opinione diffusa, immagino, che sia un errore
gravissimo farlo, un segno di debolezza, di scarsa opinione di sé.
Chiedere
scusa significa ammettere di aver commesso un errore, anche se lieve ed involontario.
Ad esempio urtare un’altra persona senza volerlo prevede che si debba chiedere scusa. Ma la cosa non è scontata.
Ad esempio urtare un’altra persona senza volerlo prevede che si debba chiedere scusa. Ma la cosa non è scontata.
Valutare
male una certa situazione, pur se in buona fede, e danneggiare in parte qualcuno,
richiederebbe una richiesta di scuse ed un minimo di spiegazioni. Per nulla
scontato neppure questo.
Il
procurare un danno materiale invece, oltre alla richiesta di scuse, vorrebbe
anche un contestuale risarcimento economico. Pure questa pratica non è
generalizzata.
Ci
sono poi casi, quelli da codice penale, per i quali le scuse, e l’eventuale
pentimento, non sollevano dal dover pagare, in prima persona, col rigore della
legge. In questo ultimo caso noi italiani, come popolo, come società, come
tradizione, siamo alquanto contraddittori e molto poco efficaci. Lasciamo a
piede libero assassini, cioè persone che, ad esempio, guidando ubriache, hanno
ucciso altri. Ed i casi nei quali chi delinque in modo grave contro la persona non
viene adeguatamente punito sono troppi, una vera vergogna nazionale che fa esaltare
i giustizialisti assatanati ma puerili, che si fanno manipolare dalla demagogia
e vorrebbero la pena di morte, quando basterebbe una pena pesante e certa, magari
unita al lavoro, durante la detenzione, in misura tale da ripagare le spese di mantenimento
in carcere.
Senza
venire ai casi estremi tuttavia c’è qualcuno che, piuttosto di ammettere una
propria mancanza, e solo per principio, toglie il saluto, ribatte con colpe
vere o presunte altrui, generalizza, parla di degrado del quale lui non ha
colpe, urla e manda a quel paese e via continuando. È una vera tristezza, lo
ammetto, vedere queste cose contro le quali mi è impossibile combattere.
In
me poi scatta un riflesso condizionato contrario quando qualcuno si comporta
civilmente, cioè una rivalutazione totale di chi in precedenza avevo giudicato
male.
Un
episodio che ho citato di recente su questo blog riguarda una signora. Lei
aveva commesso una scorrettezza ed io avevo automaticamente pensato molto male
della sua azione e dell’autrice. Poi è avvenuto un miracolo (di questi tempo
quasi lo è). Malgrado il suo essere donna ha ammesso il suo fallo, ed io non ho
potuto, con vero e malcelato piacere, che salutarla con un sorriso. Quella donna
si è rivelata una persona eccezionale, e mi ha fatto un regalo. Mi ha reso un po’
più ottimista sul destino del genere umano.
Debolezza chieder scusa
non è,
e pianger rafforza, senza
un motivo evidente,
pur tra la gente.
(Anonimo, diciottesimo
secolo, Lisbona)
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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