Stavo
annoiandomi, sotto un pero, disteso su una sdraio con, a poca distanza, un tavolino, e sul tavolino una
brocca di limonata fresca, ad osservare il lavoro incessante di tutta la
popolazione di insetti che si muoveva attorno a me volando, camminando,
strisciando e saltellando, quando ho deciso che mi ero stancato.
Dovevo
dare un senso alla mia inutile giornata sino a quel momento sprecata a stare
disteso all’ombra ed all’aria finalmente fresca di questa seconda parte di
agosto. Ho deciso di leggere qualche cosa di istruttivo, non i soliti romanzi o
le novelle di Schnitzler, Bassani, Allende, Calvino, Saramago e via
continuando, piene di tanti bei sentimenti ma di persone e fatti inventati. No,
dovevo cercare di colmare le mie limitate ignoranze residue con testi solidi, leggere
di fatti concreti e documentarmi su teorie sostenute da prove.
Mi
sono alzato e con calma sono entrato in casa, ho scelto il volume dell’enciclopedia che sporgeva e sembrava aspettare me, poi sono tornato alla mia postazione ed ho aperto il tomo dopo averlo appoggiato sulle cosce (un bel tomo, devo dire, di peso, come sempre
conviene in questi casi).
Ho
iniziato:
Cenotaffio. Non mi interessava,
per nulla. Poca vitalità. Mi deprimeva.
Cerume. Ma che schifo…niente
neppure questa voce.
Circoncisione. Ho avvertito un vago
senso di malessere e ho iniziato a spazientirmi. Non pensavo che la cultura
potesse essere tanto banale, un po’ volgare (ma proprio di pene maschile
occorre parlare?) o funebre. Così ho fatto l’ultimo tentativo.
Colore.
Ecco,
questa mi piaceva… ed ho iniziato a leggere, perdendomi tra termini non sempre
di facile comprensione ma molto affascinanti.
“Il colore è un aspetto
della percezione visiva e la sua valutazione avviene in maniera del tutto
soggettiva. E’ necessaria dunque una caratterizzazione che consenta di
identificare il colore e classificarlo…” Ecco, così si doveva fare, essere
precisi, schematici, inquadrare il tema e poi svilupparlo sino a chiarirne ogni
aspetto. Ho continuato sino ad un punto che mi ha fatto felice:
“Il colore può essere
caratterizzato attraverso tre parametri principali (vedi la figura 1 e la
figura 2)”
Mi
sono beato di quelle due bellissime illustrazioni, piene, manco a dirlo, di
colore, ed ho iniziato a perdermi, un po’, ma ho continuato.
“Un colore puro è
rappresentato da una lunghezza d’onda monocromatica. Uno stesso colore può
essere ottenuto con luci diverse (fenomeno del metamerismo)”
A
quel punto ho visto la luce, ho visto luci di colori diversi mescolarsi, e poi
di nuovo separarsi, ritornare monocromatiche, come so che un prisma sa fare, ed
ho socchiuso gli occhi.
Ho
continuato a leggere con gli occhi della mente, senza più scorrere sul testo,
che deve pure essermi un po’ scivolato di lato.
Ma
capivo tutto, è chiaro, vedevo nanometri in fila indiana, piccolissimi e tanto
numerosi da formare una teoria interminabile. E capivo con facilità, scoprivo
mondi che non avrei mai sospettato prima di quella lettura. Ad un certo punto
sono certo di aver letto di come l’amore faccia arrossire, la primavera porti a
rinverdire mentre la paura, è evidente, faccia scolorire. Ma poi mi sono fermato, pieno di dubbi. Avevo
visto una persona sbiancare di terrore, una volta, in un parco a tema acquatico
davanti ad un vero coccodrillo finto. Ma se il bianco è tutti i colori, è
sbagliato dire che una cosa bianca è scolorita. Che riflessioni, che scoperte
affascinanti, che acutezza di pensiero.
Una
sola cosa, ora, mi crea qualche difficoltà, se ci ripenso. Dopo che avevo
riaperto gli occhi il sole era stranamente calato, ed io non riuscivo più a ritrovare,
sulla pagina stampata, quel ragionamento perfetto che avevo letto poco prima.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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