Gabriele Turchetti lavorava in fonderia, in provincia di Milano.
Divideva la sua vita tra il faticoso
lavoro e i problemi della famiglia: una moglie depressa e due figli
arroganti privi di ambizioni, se non quella di vivere il più possibile
alle sue spalle.
La sua unica passione erano gli scacchi.
Un giorno si accorse che non gli
importava di morire. Anzi, sarebbe stato un sollievo. Decise che aveva
bisogno di una botta di vita, oppure di uccidersi.
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