domenica 2 agosto 2015

Lo zen e l’arte della provocazione



 
Già citare lo zen è una provocazione, lo ammetto, perché non so nulla di questa dottrina, e non intendo neppure provare ad interpretarla a mio vantaggio.
A me interessa solo la provocazione, perché può essere una vera arte, se usata in determinate circostanze e con particolari tecniche, e sicuramente risulta anche costruttiva, quando rifiuta inutili chiusure e produce vera discussione.
Prima di tutto comincerei ad eliminare il comportamento da troll (che è negativo e poco intelligente perché ha il solo scopo di far innervosire o depistare chi invece vorrebbe approfondire seriamente).  
Subito dopo scarterei le modalità utilizzate da alcuni comunicatori politici o dalle personalità invitate in particolari trasmissioni televisive col solo scopo di fare confusione ed alzare la voce. So che sembra piacere tanto, fare molto ascolto ed avere pure incredibile seguito, ma così si avvelena e si inquina irrimediabilmente il clima generale. 
Cercherei invece di focalizzare l’attenzione sulla provocazione attiva, cosciente e costruttiva, in una parola, positiva.

Tra i tanti effetti voluti di una simile azione ben condotta c’è quello di discriminare tra chi sa reagire nel modo corretto e chi no. In tal modo, ad esempio, si possono separare in un gruppo anche esteso solo quelli che sanno stare al gioco, rispondono a tono, accettano la sfida e contrattaccano con argomenti sensati e coerenti, senza partire per la tangente o andando fuori tema.

La provocazione poi può essere mirata, voler saggiare una sola persona, ma questa non cambia tanto rispetto alla modalità precedente, il fine è lo stesso.

In entrambi i casi si riesce a far nascere complicità, scoprire convergenze di vedute, far emergere tutto un mondo nascosto, pieno di sorprese, spesso piacevoli. Può anche, tuttavia e purtroppo, deludere profondamente, accelerare processi in atto, o solo evidenziarli maggiormente. In sintesi: fa chiarezza.
Permette di approfondire un tema in modo poco ortodosso ma sicuramente efficace. E se riesce a coinvolgere chi sino a quel momento non era ancora uscito allo scoperto o non aveva riflettuto su qualche questione particolare come si può pensare così male del provocare?


                                                                                                         Silvano C.©   


(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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