Vengo a sapere che qualcuno parte per un viaggio che desidero molto, che vorrei poter fare anch’io ma che non posso per troppi motivi, principalmente perché mi manca la persona che vorrei accanto e che è partita ormai troppo tempo fa, prima di me. Alcune gocce possono servire.
Mi dicono che loro figlio ha vinto un concorso, ne ha tentati tanti ma ora è assunto in prova e, trascorso il tempo necessario, sarà assunto a tempo indeterminato presso una pubblica amministrazione. Sono indeciso tra un paio di pillole o un bicchiere di vino rosso, magari due.
Ho sempre la sensazione di prenderla nel culo per motivi che non merito e non per colpe reali, che sarebbe pure giusto in quel caso. Credo che la soluzione appropriata e in tema possa essere un ansiolitico in supposte.
Tendo a barricarmi in casa e, anche se non soffro di agorafobia, avverto netto l’istinto di fuga tipico dell’animale ferito che si nasconde. Medicina possibile un calcio in culo che mi faccia uscire comunque e dopo magari un bicchiere di nettare affinato in barrique.
Temo di perdere quello che ho vissuto. È vero che in effetti l’ho già perso, che non lo vivo più, che rimane nella mia memoria e in ciò che sono ma che non posso in alcun modo riportare indietro. E rimango col dilemma fittizio che avrei se avessi la possibilità, con una semplice pillola, di azzerare tutto quanto e iniziare ora senza dolori, coi miei anni reali senza avere il regalo di un secondo in più di tempo ma dimenticando pure tutte le persone che ho avuto vicine, te per prima. È una domanda alla quale non devo rispondere, quella pillola nessuno me la offre, o almeno non per adesso. Ciao Viz. Dovrai sopportarmi per un po' ancora.
Silvano C.©
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