il trucco

Nella cura del grande orto la mia parte era solo quella dello spettatore che non si rende conto del lavoro e della cultura antica necessari per ottenere le fragole al momento giusto, e buone come mai prima e dopo ho assaggiate. Per me era occasione di gioco e di piccoli incidenti con le spine, con le ortiche e con le foglie micidiali del fico. Imparavo che ogni pianta ha il suo posto adatto, e tra alloro, salvia, prezzemolo, cipollotti e carote vedevo pure fiori dei quali non conoscevo il nome. Anche i fiori ci stavano bene, eppure non mi sembravano utili e non si mangiano. Neppure il vino lo bevevo, ma il mosto appena prodotto dopo aver personalmente pigiata l’uva con i miei piedi sì. Non troppo ma lo bevevo. A distanza di anni credo di aver fatto mio un trucco che non mi era mai stato spiegato esplicitamente mentre vedevo i miei curare l’orto. Lo spazio assegnato ad ogni pianta era preciso. Nulla di eterno ed immutabile perché quell’orto credo sia stato ormai cementificato o molto ridotto, ma quando era un orto era perfetto. E se al posto dello spazio sostituisco il tempo? Ecco il trucco. Scandire le ore del giorno con gli impegni dando a ognuno di questi l’attenzione necessaria. Nulla di impossibile né di troppo impegnativo, senza sentirmi troppo in colpa per lavori che attendono da tempo e che possono attendere ancora. L’importante è tener conto per prime delle esigenze non mie e subito dopo anche delle mie. Adattare i tempi alla giornata ma incastrare ogni volta tutte le caselle nel posto adatto. Non conta l’ordine temporale ma è importante non fare troppo tardi e rispettare gli orari fissi o gli impegni. Se voglio venire a trovarti so che dopo una certa ora so che non posso più. Il trucco che mi interesserebbe di più ancora non l’ho trovato, ma so che deve stare da qualche parte.

                                                                          Silvano C.©   

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