Ho l’immagine di un bambino che lo fa, e prima di iniziare a gonfiarmi come un pallone soffiandomi nel dito il pensiero che mi sembrerebbe logico senza un contraddittorio meglio espellerlo camminando. Camminare mi obbliga come minimo a fare attenzione a dove metto i piedi, inoltre consuma calorie e genera endorfine che hanno azione simile a quella della morfina e dell’oppio ma che anche se mi annusa un cane antidroga non si mette ad abbaiare. Se penso alla morfina il pensiero torna a più di cinque anni fa, tu lo sai bene e io non lo posso scordare. Se vado a camminare poi è inevitabile ritornare con la mente in certi luoghi, in certi momenti, e devo tentare in ogni modo di distrarmi, come se fosse facile. Talvolta sono spinto a entrare in certi luoghi dove si vendono oggetti, e in effetti non mi serve nulla. Mi piacerebbe poter arrivare in un rifugio alpino in estate, ma siamo in inverno. E se il pensiero invece mi facesse veramente gonfiare ed alzare in volo, spinto dal vento portarmi oltre le Alpi o verso il mare? Difficile farlo, io rispetto quasi tutte le leggi, quella di gravità in particolare e quindi resto coi piedi per terra. Il nero deve essere rintuzzato, devo distrarmi, ho l’obbligo e il dovere di non cedere, non ancora, e non sono padrone di me stesso. Vado, è meglio.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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