martedì 1 febbraio 2022

viviamo in un altro mondo

Letteralmente, viviamo in un altro mondo. Vedo passare treni vuoti, e potremmo essere seduti in una di quelle carrozze illuminate nella sera e che mi ricordano le finestre delle case dove la vita continua invisibile dal basso. Mi hanno sempre attirato le finestre delle case nei mesi invernali quando cammino per le strade semideserte, dall’alto arriva un fascio di luce e intravedo ombre di persone, o piante, o soffitti con lampadari, quadri o librerie. Il nostro mondo è altrove e se tento di spiegarlo mi prendono per matto. Inutile ma necessario, tuttavia. Non è che il modo altrui sia tanto invidiabile, solo è diverso. Pochi attraversano una fase molto migliore ma tanti fingono una sicurezza che non hanno. Questo me lo hai sempre spiegato. Certi si lamentano in continuazione, alcuni inutilmente ma non tutti, perché la lamentela pietosa può anche diventare una professione economicamente rilevante. Altri si ritirano e non parlano più. Ma noi viviamo nel nostro mondo a modo nostro, comunque ai confini. Tra la radura e il bosco, dove la sabbia o la roccia incontrano il mare, nell’ascensore tra un piano e l’altro, nell’istante che c’è tra il desiderio inconsapevole e il movimento riflesso. Come possiamo farlo capire a chi non c’è? Non si può, e ognuno capirà a modo suo.

                                                                          Silvano C.©   


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