Ci sono giorni nei quali è più facile cedere allo sconforto, alla delusione e al senso di impotenza. Sembra sia tutto inutile. Accaparrare denaro in tutti modi, scegliendo vie oneste o rubandolo, semplicemente risparmiando e mettendolo da parte per quello che potrebbe succedere oltre il deserto, aspettando. Costruire palazzi, chiese o monumenti che possono crollare per un terremoto o distrutti da un incendio, abbattuti dalla guerra o da un’inondazione. Perché darsi da fare per il futuro come se questo fosse nelle nostre disponibilità e non piuttosto nelle speranze o, peggio, nelle paure? Eppure occorre far finta di nulla, andare avanti, fingere che la Signora guardi sempre altrove e rimuovere la pigrizia camminando invece di riposare, lavorando invece di andare in vacanza, accettando quello che si deve.
Reagire alla solitudine delle scelte cercando conforto nelle parole di chi non può, in nessun modo, prendere il nostro posto. Quelle parole che sono vere e non ci convincono mai completamente. Ma chi sta sbagliando? Sono io, sei tu, sono tutti gli altri? Tra poco verrò a trovarti, senza non so stare, e so che sei anche qui oppure non sei neppure là. Tutto inutile? Forse.
Silvano C.©
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