Andare ancora più o meno dove vorrei non è sufficiente perché il limite comunque lo si consideri esiste, e ogni giorno che passa significa che avrò meno occasioni di vedere altri posti.
Il denaro per le cose essenziali non mi manca, per le più importanti neppure, eppure non sono abbastanza sicuro di quello che mi aspetta, nessuno in effetti lo è mai, e non vorrei che dopo di me qualcuno avesse bisogni che non può soddisfare o sogni che gli vengono negati, quindi non mi basta mai.
È come con le noccioline, dopo una ne serve un’altra.
Quando ritorno in casa dopo essere stato fuori non sono soddisfatto, raramente lo sono. Qualcuno ha fatto più cose, ha visto più persone, è andato più lontano, ha trovato gente più felice, più sana, più giovane, più ottimista, più positiva, più saggia e più divertente.
Anche stare in casa, che è un rifugio, non è sufficiente. Dovrebbe essere sistemata, riordinata, è troppo grande e troppo piccola, troppo piena di cose e troppo vuota di persone, non dovrei lamentarmi ma lo faccio.
Non mi basta quello che non ho e che gli altri si vantano di avere, o dicono di avere, o effettivamente hanno.
Vorrei andare dietro l’angolo, oltre la porta, sopra la vetta e al di là del mare, perdere i troppi vizi, perdere meno tempo che poi non mi basta mai.
Non è sempre stato così, credo, ma neppure troppo diverso. È stata la ricerca originata dall’insoddisfazione a farmi trovare, al momento giusto.
E non ho ancora capito se quello che ho dovrebbe bastarmi o no. Il tempo sarebbe anche arrivato…
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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