martedì 1 dicembre 2020

Franco Parenti

 Ricordo una sera a teatro. Mi sembra fosse nel 1972. Anni di spostamenti nel ferrarese con puntate in terre rodigine, modenesi, bolognesi e ravennati. E mi ricordo la conclusione di uno spettacolo con Franco Parenti, al comunale di Ferrara, poi teatro Abbado, nel quale lui sembrava regredire, rimpicciolire, con la luce sempre più tenue sino a spegnersi. Rossastra, come durante un’eclissi.

Non ricordo quasi nulla di quella sera, mi rimane solo l’impressione di quel monologo. Credo fosse l’Ambleto di Testori. 

Eppure, se dopo quasi cinquant’anni ancora mi suscita qualcosa, la vita non si deve mai ritenere conclusa quando sembra finire.

Ne finisce una parte fondamentale, certo, perché altrimenti la Morte si offenderebbe ad essere considerata con minor rispetto. Ma non tutta la vita. Anche Franco Parenti è morto ormai da più di trent’anni…

Oggi penso questo, Viz. E tu non ti azzardare a sparire.

                                                                          Silvano C.©   


    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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