Con un atto di forza l’assassino si fece giustizia, arrogandosi il diritto di decidere che il proprio interesse era la ragione stessa. Similmente l’assassino difese una donna. Salvò la vita di una ragazza aggredita dal branco.
Non ti dirò chi è l’assassino salvatore perché non lo so. Sono sicuro che esiste, forse più di uno. A volte mi immedesimo in figure simili, capaci di sprofondare e risalire, descritte in letteratura più volte o raccontate in qualche film. Il ruolo di giudice è difficile, non permette sonni tranquilli a chi non è allenato e maturo per tale compito. Chi giudica e decide deve poter salvare o condannare, più o meno come un assassino che salva vite.
Troppo difficile per troppe persone, anche per me. E allora ci si rifugia nel criticare chi prende le decisioni, perché sicuramente si possono trovare errori in ogni scelta.
In tempi come quelli che stiamo vivendo in troppi sanno cosa avrebbero fatto invece di quello che è stato fatto, e per averne conferme è sufficiente ascoltare, leggere, guardare. E non è sufficiente la vita reale per capirlo, occorre anche entrare per un po' sui social. Forse anche su quelli occorrerebbe un certo distanziamento sociale, e non per sminuire il valore delle persone, ma per non farsi trascinare dal desiderio umano di essere vicini a qualcuno, allontanandosi per questa sola scelta dagli altri.
Io cerco te, Viz. Talvolta mi dici cose, o mi fai venire idee o mi reindirizzi. Non so quanto io metta a frutto tutto questo. Navigo decisamente a vista.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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