Chi ti fa un dispetto, e ti rovina la giornata,
ti ruba le tue cose, ti strappa il vestito e ti deride. Conta, certo che conta.
In quel momento è tutto.
Poi la tua sete di amicizia e di amore, che
conta, assolutamente. Conta il sesso istintivo, che si mescola a tutto il resto
e rende ogni contorno impreciso. Però cosa conta sul serio, alla fine?
E i nuovi legami, i rifiuti, l’assestamento, la
sensazione effimera di onnipotenza, un passaggio fondamentale che ovviamente
conta, senza alcun dubbio.
E attorno le persone si stringono, sono tante,
a volte persino troppe, illudono e fanno pensare a cose sbagliate. Ma non è
colpa loro e neppure tua.
Ti ritrovi a pensare con nostalgia ad una
colica renale (uno dei dolori più forti tra quelli possibili, dicono) e lo fai
perché in quel momento lei era ancora lì, come tanti anni prima, a portarti
aiuto, ad accettare senza alcun problema le tue stupide e cattive risposte, e inizi a
capire quello che conta. Lo sapevi già, certo, ma ora ti è più chiaro.
Per anni cadi in una spirale assurda nella
quale temi di perdere ogni cosa materiale nella quale hai investito forse con
leggerezza o semplicemente con molta sfortuna. Conta? Conta sì, perché forse
non hai ancora capito, o confondi il valore di ogni singolo aspetto.
Poi superi, negli anni, enormi paure che ti
toccano molto da vicino nei tuoi affetti più importanti. Ed ancora ti si
ripresentano i due ordini di grandezza, diversi tra loro, solo apparentemente
sovrapposti, anzi, sovrapposti decisamente, ma ugualmente distinti.
E ritorni, cerchi un senso, cerchi aiuto in chi
lo ha fatto nel passato e non c’è più, sai che in realtà quello che resta è
dentro, è la forza che deve emergere, è quello che ti hanno insegnato che deve
averla vinta. Il resto poi si riassume in una domanda diversa da quella
iniziale, in parte fuorviante.
Quello che conta in realtà non importa. È
l’apparenza che incrosta, che è difficile scrollarsi di dosso, che fa invidiare
oggetti, o modi di vivere, che fa spiare gli altri non solo per spinte morbose
ma per rubare l’essenza, il modello, la loro verità. Che poi non è la tua, non
può esserlo, e anche se parli, ascolti, racconti, la tua mente vaga altrove. Se
si è distratti da altro conta molto poco parlare con qualcuno. Dopo essersi
salutati ci si rende conto di aver parlato ma di non essere in quelle parole
pronunciate. Sensazione stranissima quella di vivere in una sorta di bolla
protettiva, credo simile a quanto avviene a chi fa uso di stupefacenti, ma non
ne sono sicuro.
Eppure è possibile pure quello, e la domanda
vera, a questo punto è: chi conta?
Immagine
di Marc Chagall
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
la risposta è nella domanda, ogni persona che ci attraversa nella vita, che lascia un senso, un segno, una crescita. Che lascia una risposta all'infinità di domande. E' sempre una persona che conta. molto bello questo...si legge e si deve rileggere.
RispondiEliminaGrazie.