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Wilhelm L. Lehmann: "Die Frau des Künstlers am
Chiemsee", 1904 |
Il tempo di tornare resta, è sottinteso, quel
tempo resta, anche se alla partenza non era evidente. Non sempre andare via
significa un taglio netto con quanto era prima, con ogni persona e cosa, con
quello che si era, con tutto.
Il viaggio comprende nella sua logica il
ritorno. Non è obbligatorio, ma è previsto tra le conclusioni.
Il fatto è che il ritorno non è possibile. In nessuna
situazione si può tornare esattamente nel punto e nel tempo dal quale si era
partiti. Eppure si deve tornare, per fare i conti una volta per tutte, e chiudere
il cerchio, realizzare un sogno o rendere giustizia ad una promessa mai
pronunciata. Nessuno alla fine, anche chi fugge da una vita impossibile o
difficile, lo esclude completamente.
E non si torna solo per le persone, che magari
se ne sono andate a loro volta, o che in ogni caso si sono allontanate.
L’alternativa, non per tutti, è non partire mai.
Rimanere e vivere il mutamento impercettibile giorno dopo giorno, cogliere i
segni del passaggio del tempo come se non fosse così, memorizzarli e rimuoverli
istantaneamente.
Eppure, ogni tanto, lo specchio ci racconta di
noi, oppure noi confrontiamo una foto di pochi anni prima con la persona che ci
sta davanti, e non sono uguali.
Non abbiamo alcuna alternativa se non quella di
andare avanti, ma chi dice che il passato è passato e si deve pensare solo al
futuro ci racconta una mezza verità, e se ne rende conto, se è onesto.
Allo stesso modo non ci si può aggrappare a
immagini come una bella festa di capodanno, con tanti amici e anche tanti
sconosciuti, visti solo quella sera, oppure ad una bettola infima ma frequentata in un momento particolare, o a una
spiaggia di anni fa, o a chi amiamo o abbiamo amato. Tutto questo è quel
ritorno impossibile. Eppure, lo so, viene il tempo di tornare.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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