Lasciatemi la libertà, la fantasia, la
possibilità di sbagliare ma anche di trovare soluzioni nuove. Fatemi entrare
dall’uscita, permettetemi di stare dentro un partito e di criticarlo in modo
feroce, perché è il solo modo che conosco per partecipare attivamente ad un
progetto, ed è esattamente la modalità di approccio tanto gradita al sistema
che mi sempre premiato con un’inesistente carriera. Alcune formiche, tra le
migliaia che appartengono ad una società organizzata e ferrea come la loro,
fanno esattamente l’opposto di quello che fanno le altre. Non si è mai capito
esattamente perché lo facciano, ma loro lo fanno, e portano indietro quello che
altre, a fatica, hanno appena portato nel nido.
Non amo però creare fastidi, non per il gusto
di crearli almeno, io cerco solo di correggere il tiro, di evitare piccoli o
grossi errori, magari a volte sbagliando, ovviamente, perché se difendo un’idea
non che per questo unico motivo questa debba essere corretta per definizione.
Mi è difficilissimo adeguarmi ad un progetto o
seguire alla lettera specifiche istruzioni, qualsiasi tipo di istruzioni. Questo
supera ogni mia possibilità, ed è uno dei miei peggiori limiti. Una ricetta di
cucina non riuscirò mai a realizzarla esattamente com’è scritta, mentre invece
seguirò senza alcuna fatica quello che vedo fare, e lo ripeterò, se alla mia
portata. L’empatia con le persone, o il desiderio di far rivivere un momento o
un’emozione valgono più di ogni altra cosa, sicuramente di quanto pensano cuochi
blasonati che, talvolta, mi fanno venire l’orticaria quando parlano di sé stessi
in terza persona, oppure quando, invece di dire come preparano uno stufato, sembra
che stiano spiegando perché noi siamo qui ora, sulla Terra.
Sono nato in un momento magico nel quale i
mattoncini di plastica più famosi al mondo venivano venduti in scatole senza istruzioni,
oppure con talmente tante istruzioni e modelli realizzabili possibili che
questo non poteva che aprire nuovi mondi di possibilità. Praticamente potevo
pensare di costruire una gru, un castello, un’auto, un ponte, cioè ogni cosa,
non solo quanto suggerito. Provaci ora, se riesci, con le confezioni che
attirano i bambini e che permettono di ottenere solo quella nave spaziale, o
quel camion dei pompieri, e niente altro.
Io provo una nostalgia fortissima per quello
che esisteva poco più di venti anni fa e che ora è del tutto scomparso. Parlo dei
piccoli negozi di giocattoli, a volte minuscoli empori o addirittura ferramenta
di paese dove, entrando a curiosare, si potevano trovare giochi quasi unici, prodotti
in pochi esemplari da qualche ditta locale e introvabili nella regione accanto,
a soli 50 chilometri di distanza. Lo stesso poi mi capitava andando all’estero perché,
con la scusa di accompagnare mio figlio, non mi perdevo uno sola di queste
botteghe di magie, e a volte spendevo di più per un gioco che per cose più
serie.
Poi ad un certo punto è tutto finito. Ovunque si
è cominciato a trovare soltanto la stessa identica offerta, ed entrare per
curiosare tra scaffali ed espositori a Berlino, Ravenna o Annecy non ha più fatto alcuna differenza; cambiava solo la lingua, o il prezzo, ma il gioco
era lo stesso.
Ora capisco che la bellezza stia anche nell'opportunità che tutti abbiano accesso ad ogni cosa, ma quello che mi
sfugge è perché dobbiamo uniformarci ed avere lo stesso identico progetto anche
per i nostri sogni.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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