Folata di vento - Jean-Baptiste Camille Corot |
Soffia un vento forte, da nord, che trova angoli nascosti
per entrare in casa anche se ogni porta ed ogni finestra sono
chiuse.
Ha un nome, quel vento, ma non so se lui lo sa, ne ho seri
dubbi.
Lui pensa a soffiare, a passare con forza sopra ogni cosa, a
portare freddo e a pulire l’aria. Stanotte, grazie a lui, il cielo sarà più
limpido del solito, si vedranno meglio le stelle e, dove sarà giusto, gelerà.
Il vento, dove soffia spesso, dicono faccia anche un po’
impazzire le persone, oppure le renda più nervose. Forse è vero, non ne ho
prove certe. Nei luoghi dove vivo solitamente il vento non è una costante della
natura, è un’eccezione, eppure tanto sano di mente non sono.
Col vento secondo me loro passano a trovarmi, quelli, quelli
che pensi tu. Ne approfittano del trambusto per mimetizzarsi, per tornare a
vedere, giusto un attimo, il tempo di una folata, per portare qualche cosa,
forse solo un ricordo, forse un sorriso, forse un pianto.
Poi, improvvisamente, il vento cala, senza avvisare, torna
la pace di prima e restano solo i segni del suo passaggio. Qualche cartaccia
sparsa, un ramo spezzato, una piccola tegola spostata. La vita riprende
naturalmente, il ciclo continua, si ripensa a lunedì, col suo carico di
pensieri, che lui non ha portato via con sé.
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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