Col lavoro che ho svolto so bene cosa significa reputazione dal punto di vista dei rapporti umani e sociali, anche sui social ed, in genere, in rete.
Ho tentato a lungo di far riflettere poi i ragazzi
sull’importanza della loro immagine affidata quasi per gioco a piattaforme
sulle quali non hanno reali possibilità di controllo ma, semplicemente, di
fornire sempre e solo nuovi dati e nuove informazioni sulla loro vita, sino ad
arrivare, in alcuni tragici casi, addirittura all’autolesionismo o al bullismo.
Per gli adulti in grado di intendere e di volere la cosa è
ancora più complessa, o forse solo diversa. Alcuni DEVONO stare in rete perché
la loro attività ne ha bisogno, e devono farlo con nome, cognome, immagine e
molte altre informazioni. Alcuni sfruttano in modo molto efficiente tale
situazione a loro vantaggio, e sanno “vendersi” nel modo adatto alle loro
finalità. Sanno usare le varie piattaforme come negozi virtuali dove il
prodotto è offerto meglio che se avessero una vetrina sul corso.
Poi ci sono i milioni che stanno in rete senza un riscontro
economico immediato, senza la vera necessità di vendere alcunché. Le mille
motivazioni che spingono questi ultimi sono le più varie: narcisismo, amicizia,
facilità di allacciare rapporti, miglioramento della propria visibilità per far
conoscere posizioni personali, volontariato, partecipazione da casa al
dibattito politico e su grandi temi di interesse sociale, informazione
alternativa, semplice passatempo e , non ultima, la produzione di bufale medianiche decisamente fuorvianti e
depistanti.
Dentro questo vaso dove tutti stiamo alla rinfusa rimane una
costante equamente suddivisa: la reputazione.
Quello che facciamo, scriviamo, diciamo di noi, anche se in forma anonima o semianonima, contribuisce a costruire una nostra
immagine che è anche la nostra reputazione. E questo esattamente come avviene
nel piccolo paese dove viviamo, e tutti sanno di noi ogni cosa, oppure sul
posto di lavoro, o tra gli amici che vediamo. È la reputazione la moneta che
spendiamo in rete, sul nostro sito, sul blog, sui social, sulle piattaforme finalizzate alla
presentazione professionale, su Wikipedia e pure su Youtube.
La reputazione è importante. Se fai l’idiota poi non
lamentarti se ti ritrovi circondato da idioti. Se tocchi solo temi leggeri, se
continui a cercare la lite e se diffondi cose discutibili non sperare che
chi cerca altro non ti consideri un mentecatto digitale.
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie
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