lunedì 5 gennaio 2015

Stanotte, è stanotte!



La lunga attesa si sta per concludere, ancora poche ore, che saranno lunghissime, e poi “dovrebbe” arrivare. Non ne sono sicuro per nulla, ci spero, fanno tutti allusioni, sembra che mi prendano in giro, non capisco esattamente cosa vorrebbero dire, ma alla fine sembra che pure per loro sia un momento di festa. Mi dicono di stare attento, di non fare cose sbagliate, mi sento sorvegliato anche se esco in cortile da solo e nessuno mi vede. Fuori fa freddo, molto freddo. È nevicato, non oggi e neppure ieri, ma la neve è rimasta dove è caduta e non ci si è passati sopra a piedi, con le biciclette o con altri mezzi. E la terra è dura, gelata, la brina è ancora su tutte le erbe e sulle piante basse dell’orto, mentre la galaverna rende gli alberi diversi, bianchi e come sospesi in questa nebbiolina leggera.
Sono uscito perché non abbiamo il gabinetto in casa, ed ora mi piace guardare intorno. Fa freddo, ma non lo sento quasi, anche se ho i pantaloni corti. Fa freddo ed è la stagione giusta per il freddo, la primavera è lontanissima, ed io non posso restare fuori troppo. Hanno paura che mi ammali, eppure non ricordo di essermi mai ammalato, ma non posso discutere, specialmente oggi.
Torno in casa, il camino è acceso, la stufa anche, e nella stanza si sta bene. Mia nonna cucina, non so cosa, ma l’odore mi sembra buono. Mio nonno credo stia intagliando una cosa di legno, ma non capisco cos’è.
I miei sono fuori adesso, sono a lavorare, hanno sempre molto da fare, e solitamente li vedo per poco tempo. E le ore non sembrano passare, sono immobili. Non so cosa fare.

Nel pomeriggio tardi tornano i miei, la stanza si rianima. Discussioni tra adulti, non ne capisco nulla, ma mi sembra non ci siano problemi. Quando è il momento siamo tutti seduti a tavola, per la cena, ed io mangio ma sono sempre un po’ preoccupato. Abbiamo quasi finito che bussano alla porta. Mi dicono di nascondermi. Io non capisco ma mi vado a mettere dietro un armadio, sotto qualche abito appoggiato ad una sedia, e rimango immobile.
Entra una figura nera, nella stanza, borbotta cose incomprensibili, si muove come per cercare qualche cosa o qualcuno. Tutti sembravano aspettarne l’arrivo, solo io non capisco chi sia quella persona misteriosa, vestita di scuro, con un fazzoletto in testa, uno scialle e una sottana un po’ rotta. Forse in mano ha un bastone, o una scopa, ma non ho il coraggio di allungarmi per vedere meglio. Ho paura a guardarle il viso. Forse mi scoprirebbe.
Finalmente, dopo un ultimo giro per la stanza, facendo un gran rumore di porte sbattute, scompare, esce.

-         Era venuta a controllare, e se ti vedeva non ti avrebbe portato nulla. -
-         Ma chi è, chi era? –
-         Non fare domande, ora è il momento che tu vada a letto. Domattina vedremo se avrà voglia di ripassare stanotte o no. –

Non intendo rischiare, ed ubbidisco senza fare molte storie. Stanotte quindi dovrebbe arrivare, o tornare, visto che stasera è già passata, e l’ho vista. Non aveva alcun pacchetto, e neppure un sacco dove solitamente dovrebbe tenere le cose. Ma è stanotte. E domattina vedremo.

                                                                                            Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

2 commenti:

  1. Quest'anno e sino a poco fa la vedevo come una festa finalmente conclusiva di tutte.
    Rileggendo, mi è ritornata la voglia assieme a tutti i ricordi belli, alcuni, quelli più importanti impossibili da ripetere...
    menfino ringrazia :-)

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  2. oggi sono passato nelle vie del centro, quelle dove stava il mercatino di Natale. stavano smontando ogni cosa... la befana rimane dentro, anche se impossibile da ripetere... Silvano

    RispondiElimina

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