Da dove cominciare non so. Ho paura poi di perdermi altrove
se parto da troppo lontano, e però ci penso, con la paura persino di pensare a quello
che penso.
Sono costretto ad evocare immagini, per nascondere comunque,
almeno in parte, quello che da giorni non so spiegare.
Poi mi capitano segni, casuali certamente, come un film dove si parla di una donna matura che, per un caso inspiegabile, ritrovando un
vecchio telefono in una casa che sta per abbandonare, fa una cosa assurda. Da anni
il contratto è stato disdetto. Il telefono non ha linea. Lei però compone il
suo vecchio numero di casa, della casa dove viveva da piccola con la famiglia,
e una ragazzina le risponde. E la ragazzina è lei, lei stessa, cioè col
telefono riesce a parlare tornando indietro nel tempo di circa trent’anni, con
lei bambina.
Ogni cosa del genere non si spiega, non è logica, è una
costruzione mentale consolatoria, è una proiezione all’esterno di un sogno, o
di un incubo, forse è dovuta ad un momento di solitudine o di passaggio.
So da solo trovarmi quasi tutte le motivazioni razionali,
quelle inattaccabili sino a prova contraria. Altre potrebbero essermi
suggerite, se cercassi aiuto in tal senso. Ma non avrebbe senso.
Come non ha senso pensare di poter prendere il telefono, ora,
e di comporre quel numero, esattamente quello, e sentire la sua voce. Quello non
è possibile.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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