lunedì 12 gennaio 2015

Dissenteria


“Tempo, cul e siori, i fà sempre chel che vol lori” 
(proverbio veneto)

«Ne è proprio sicuro?»
«Certo! Ci sono problemi?»
«No, per l’ufficio nessun problema, io pensavo solo che…»
«Non si preoccupi, ho già riflettuto sulla questione. Devo compilare solo questi tre moduli?»
«Sì. Poi deve portare tutto al secondo piano, Ufficio Registro, con le tre marche da bollo richieste, la sua carta di identità, il suo codice fiscale e la certificazione della Camera di Commercio.»

In cerca di occupazione, dopo aver “lavorato” come promotore telefonico per una ditta di mobili guadagnando una miseria, dopo essere stato truffato da una sedicente cooperativa, dopo aver raccolto frutta in nero ed essere stato “assunto” come allenatore sportivo volontario e quindi pagato esattamente 5.20 Euro l’ora netti per poche ore al giorno, coglie un'insperata occasione.

Un negozietto del centro è costretto a chiudere, per mancanza di clienti e per sopravvenuta naturale vecchiaia del proprietario. Si trova, anche se centrale, in un piccolo vicolo cieco e nascosto alla vista dei passanti. Il figlio ed unico erede vive a Parigi, e insiste che il padre vada a vivere da lui, ma acconsente a non vendere il negozio paterno, mettendolo sul mercato in affitto ad un prezzo decisamente abbordabile.

Con altri tre amici si ritrova quasi senza soldi, dopo esperienze diverse ma simili nelle conclusioni. Non sono riusciti a svolgere alcun tipo di attività continuativa, retribuita accettabilmente e anche solo un minimo attinente a quanto si erano preparati studiando per anni. Ma questo non sarebbe neppure grave. La cosa veramente tragica è che non hanno prospettive di lavoro, neppure emigrando. Due di loro infatti sono appena rientrati dopo esperienze deludenti in Francia ed in Germania. Anche in quei paesi le cose sono cambiate. E loro sono, occorre dirlo, legati alla città dove sono nati, quindi poco propensi a stabilirsi stabilmente all’estero. Inoltre possono, ancora per un po’, contare su un piccolo aiuto delle rispettive famiglie.

Giorgio è un esperto informatico, laureato in ingegneria delle comunicazioni.
Mattia è un biologo, con esperienze da supplente in una scuola parificata e da sfruttato in un laboratorio privato di analisi, oltre che da consulente agrario.
Lui ha studiato scienze motorie, ma la sua laurea breve non vale nulla.
Elena è un’esperta restauratrice, stanca di lavorare a progetto pagandosi spostamenti, vitto, alloggio ed assicurazione, senza contare i contributi ed altri balzelli. Ed ha sempre desiderato studiare psicologia.

Il primo cliente che si presenta incuriosito chiede di un gadget esposto in vetrina. È Giorgio che gli spiega che quella scatoletta colorata non è un gadget, ma un risponditore automatico per bloccare le continue offerte telefoniche di gestori di servizi, di vini, di viaggi, di premi già vinti e così via.
«Vede? Questo lo collega al suo telefono, come le spiegherò. Appena sente che chi la chiama è qualcuno che le vuole offrire chissà quale affare deve solo spingere questo pulsantino. »
« Va bene, ma poi che succede?»
«Entra in funzione la risposta automatica programmata, questa: se desidera offrire un prodotto alimentare digiti 1, se la sua proposta riguarda l’arredamento digiti 2, se intende parlare di gestori telefonici digiti 3, e così via…»
« Maddai, che carina sta cosa. Quanto costa?»

Entra un uomo che chiede informazioni su una specie di grossa scatola da scarpe con una scritta molto appariscente. “Impara a dire di no!” Stavolta è Elena che si porta al piccolo banco, uscendo dal retro dove stava leggendo “Le affinità elettive”.
« In quella scatola ci sono io – spiega - In altre parole io mi offro di intervenire o direttamente o come semplice consulente in tutti i casi nei quali lei vorrebbe evitare una certa situazione, o dire semplicemente NO ad una certa proposta. Il tutto ovviamente garantito, pagamento solo a risultato ottenuto, e piena soddisfazione sia sua che della persona o delle persone alle quali lei intende rifiutare qualcosa.»
« Molto interessante. Senta, sono curioso di sentire cosa mi proporrebbe in una situazione che mi porto avanti da qualche mese. Ha un momento per ascoltarmi?»

Nel giro di alcuni mesi l’eccentrico negozietto comincia a farsi conoscere nella zona. È il passaparola che lo aiuta, l’accattivante sito che ha costruito Giorgio, e la presenza costante sulle principali piattaforme sociali. 
Un pomeriggio una signora molto elegante entra sicura e:
«Io avrei un problema che riguarda mio figlio. Non so però se questa è una faccenda che voi potete affrontare.»
«Mi dica, signora. Quello che si può fare noi lo facciamo.»
E’ Mattia che ascolta con attenzione il problema della signora. In pratica un figlio ormai grande che studia poco ed è ormai fuori corso. Trascorre le sue giornate in rete, vede poche persone e praticamente è un isolato. E non si muove quasi mai dalla sua poltroncina.
«Mi permetta una domanda, signora, se posso, prima che lei continui…»
«Prego.»
«Lei ha la disponibilità di un terreno agricolo, di un parco, di un giardino? »

Quella mattina è da solo, nel negozio. Al computer si distrae consultando siti e blog di informazioni controcorrente, complottisti, illuminati da chissà quali segreti celati alla massa dei coglioni che credono a tutto. Le ore passano veloci,  non succede nulla, e il momento della pausa si avvicina. Nulla di strano. Certi giorni entrano persone una dietro l’altra, certi altri va così.
Alle 12.21 è una donna giovane, pure carina, che timidamente mette la testa dentro il negozio.
«Mi scusi, è tardi?»
«Per nulla, si accomodi. Entri pure…»
«Non so da dove iniziare, mi perdoni. »
«L’ascolto. Se parte nel modo sbagliato può sempre ripartire…»
«Ecco. Io non so. Mia sorella crede a tutto. Mi fa paura. Un giorno mi torna a casa buddista. Il giorno dopo butta tutte le verdure non verdi perché fanno male. Una settimana fa ha comprato non so quanta carne di cavallo, sostenendo che serve a produrre più sangue. Adesso sembra volersi affiliare ad una setta strana. E ogni informazione che sente l’assorbe, come una spugna, senza minimamente riflettere… »
Ma chi ti manda? - pensa lui - Possibile che si possano evocare così le situazioni, dopo una mattina trascorsa esattamente su queste problematiche? E tu poi mi sembri pure simpatica, vediamo che ne viene fuori…

                                                                  Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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