Cosa diranno, e, principalmente, cosa faranno, che reazioni
avranno?
Nel mescolarsi di idee, posizioni e commenti, non si trova
in nessun luogo, in nessun gruppo organizzato, una certezza, un punto fermo.
Il mondo del possibile perché anche solo immaginato a volte
è un semplice annuncio pubblicitario per vendere caffè o un’automobile, ma
altre volte è realmente la realtà che diventa tale solo perché una mente
geniale o malata (o entrambe) l’ha pensata.
Per non offendere nessuno, come alcuni chiedono
apparentemente in modo ragionevole, occorrerebbe tacere, e neppure scrivere.
Poi bisognerebbe magari non leggere o non studiare, accettare semplicemente ciò
che è stato deciso altrove, senza una logica apparente, o anche solo dettata
dal banale buon senso.
In tempi di grandi mutamenti, di problematiche che esaltano
le responsabilità che le hanno generate, di ipocrisie viste sempre e solo nel
comportamento altrui, mai nel nostro, come se esistesse al mondo veramente una
donna o un uomo non contraddittori, c’è da sedersi ed aspettare, che passi,
questa ondata di piena, possibilmente e sperabilmente senza troppi danni, o
almeno con danni riparabili.
Se io ho problemi di salute perché mangio troppo mentre
qualcuno muore di fame esiste una colpa generalizzata mostruosamente grande, e
cercare di stare solo con i propri pari, con i correligionari, con chi ha lo
stesso censo, con chi condivide le stesse idee politiche, le stesse illusioni e
fanatismi, escludendo chiunque altro, non estingue la colpa, ma semplicemente la nasconde.
E poi ci sono coloro che tentano una sintesi, evitano lo
scontro, mediano soluzioni, ammettono di essere in cerca e, verosimilmente,
vivono molto male la situazione nella quale sono costretti a restare, pur
tentando di cambiarla.
In ogni caso se si ha fame, sete, se si è malati, se non si
sono soddisfatti alcuni bisogni elementari, o si è anche solo stanchi, non si
ragiona liberamente, e manca la lucidità necessaria.
Ed allora cosa diranno gli altri? Cosa faranno? Che effetti
avranno le nostre azioni o i nostri silenzi?
Lo sforzo di individuare anche un solo luogo comune al mese
e di combatterlo potrebbe essere un buon motivo per vivere, in fondo. Magari a
pochi interesserà, o forse potrà essere ritenuto riduttivo, eppure è il regalo
più bello che potremmo fare a noi stessi. Iniziare a cambiarci, almeno un poco,
forse provvisoriamente (chi può dirlo?).
Magari potrebbe essere una cosa pericolosa, trasmissibile
per via orale.
Silvano C.©
Balada para los poetas andaluces de hoy
¿Qué cantan los poetas
andaluces de ahora?
¿Qué miran los poetas andaluces
de ahora?
¿Qué sienten los poetas
andaluces de ahora?
Cantan con voz de hombre, ¿pero
dónde están los hombres?
con ojos de hombre miran, ¿pero
dónde los hombres?
con pecho de hombre sienten,
¿pero dónde los hombres?
Cantan, y cuando cantan parece
que están solos.
Miran, y cuando miran parece que están solos.
Sienten, y cuando sienten
parecen que están solos.
¿Es que ya Andalucía se ha quedado sin nadie?
¿Es que acaso en los montes
andaluces no hay nadie?
¿Qué en los mares y campos
andaluces no hay nadie?
¿No habrá ya quien responda a la voz del poeta?
¿Quién mire al corazón sin muros del poeta?
¿Tantas cosas han muerto que no hay más que el poeta?
Cantad alto. Oiréis que oyen otros oidos.
Mirad alto. Veréis que miran otros ojos.
Latid alto. Sabréis que palpita otra sangre.
No es más hondo el poeta en su oscuro subsuelo encerrado
Su canto asciende a más profundo
Cuando, abierto en el aire, ya
es de todos los hombres.
Rafael Alberti Merello
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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