Quando entra in casa è nervoso. Non sa neppure lui perché, o
forse lo sa molto bene. Qualche cosa gli è andata storta: una ragazza l’ha
guardato nel modo sbagliato, un amico gli ha fatto un dispetto che pensava di
non meritare, un contrattempo, in ogni caso sciocchezze. Bisogna poi
aggiungere, per onestà di cronaca (la storia qui non c’entra, lo avrai già
capito) che quando ha una qualche impellenza fisica è pressoché intrattabile.
Se deve andare in bagno, se ha fame o se gli fa male un dito il suo nervosismo
diventa solido. Ma basta poco perché gli passi. Se il problema è la fame, ad
esempio, dopo aver mangiato diventa un’altra persona.
Dunque, come dicevo, quando entra in casa è nervoso. Ad una
domanda della madre risponde in modo brusco, maleducato. Chiede di essere
lasciato in pace. Pure la nonna, che di solito tratta con maggiore attenzione,
riceve frasi poco gentili. Litiga con tutti quelli che gli capitano a tiro, insomma,
mentre fuori casa o in pubblico mantiene un’apparente correttezza e mitezza.
È solo un timido, per certi versi, che però ha bisogno di
canali di sfogo sui quali convogliare un po’ della sua naturale cattiveria; un
introverso complessato, probabilmente.
La madre, di suo, ci mette un carattere poco propenso a
lasciar perdere, e non scorda un’offesa o un torto neppure per errore. Se la
lega al dito, e non di rado lei sì che attacca briga anche con chi incontra
fuori casa, con chiunque, se solo le gira storta, o se è preda di uno dei suoi
frequentissimi mal di testa.
La nonna, cioè la madre di sua madre, sembra la meno
offensiva del gruppo, ma sente la sua autorità venir meno, poco a poco, e viene
trattata come un peso più che come una risorsa. E lei ha dato tutto alla
famiglia, come la madre, del resto, ma ha un carattere diverso, è più
disponibile ad accettare le parole sbagliate.
Poi lui si siede, mangia, e poco a poco cambia il suo umore.
Non ricorda neppure il motivo che lo ha fatto entrare arrabbiato. Il suo viso
diventa più rilassato, si sente migliore e più buono, in pace col mondo, e
vorrebbe che tutti provassero quel senso di ecumenismo positivo che ora lo
pervade.
Quando si rende conto che sua madre e sua nonna stanno
litigando per qualche motivo occasionale non capisce che tutto è nato da lui e
non da loro. Ha trasmesso a sua madre ed a sua nonna il proprio nervosismo, se
ne è liberato, ma ora sono loro che devono gestirselo, in un modo per nulla
piacevole. Ha persino il coraggio di dir loro di smetterla, che non vale la
pena litigare per il motivo apparente per il quale sembrano farlo.
Di tutto questo il padre ed il nonno sono spettatori
silenti, o proprio assenti, perché per natura risultano meno disposti a discutere
su piccole cose o, come spesso succede, sono impegnati fuori, e neppure si
rendono conto di queste alchimie umorali.
Lui, probabilmente, ha ereditato il pessimo carattere dalla
madre, ed altre cose dai nonni e dal padre. Non è una cattiva persona, ma guai
a fargli notare i suoi difetti. È permaloso, ma non dirlo in giro. Potrebbe prendersela
pure con te.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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