giovedì 31 ottobre 2024

Dipende dai punti di vista

Leggendo un brevissimo romanzo, poco più di un racconto, seguo un ex pirata che narra parte della sua vita dal suo personale punto di vista. Non saprei dire né giudicare, trattandosi di un personaggio di fantasia, ma la cosa che risulta evidente è come mi sia impossibile evitare di essere emotivamente dalla sua parte. Per la sua professione è stato un assassino e ha avuto poca pietà per chi ha incontrato, ma di questo non fa cenno, fa solo capire che gode ancora di fama e che la sua sola presenza incute paura. Nella vita ha ottenuto quello che voleva, cioè non dipendere più da nessun altro grazie ad una discreta ricchezza accumulata. A chi gli propone affari, in particolare se trova sgradevole la persona, spiega che non ha alcun bisogno di altro denaro perché non avrà più necessità di umiliarsi davanti a nessuno e che questo è più che sufficiente. Si tratta di un breve romanzo, ovviamente, e descrive un personaggio immaginario quale io non sono. Io sono reale e non ho la sua saggezza, quello che ho non mi lascia tranquillo eppure non sono povero. Perché non mi comporto come lui davanti alle scelte o mentre semplicemente rifletto? Forse dovrei raccontarmela in modo diverso? So perfettamente cosa pensi in proposito, Viz. Hai avuto tempo e modo per dirmelo in molte occasioni, e io non ho capito nulla. Nulla.

                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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