Se non ci sono si è sollevati dalle responsabilità, si può maledire la cattiva sorte o ringraziare la fortuna per aver socchiuso un occhio a nostro favore.
Se invece esiste la possibilità di una scelta si entra potenzialmente in crisi, si è costretti a mostrare di che pasta si è fatti e le responsabilità diventano reali.
So di persone che muoiono lentamente, un pezzo dopo l’altro, per amputazioni successive. Le ho conosciute durante il processo inumano al quale sono state sottoposte e ne ho visto le ultime conseguenze, arrivate a volte come una liberazione, dopo la resa per stanchezza. Non so se sia fortuna non essere pienamente coscienti di questa fine che si concretizza, ho alcune opinioni non del tutto superficiali ma delle quali non sono certo neppure io, devo sospendere il giudizio e limitarmi all’osservazione che non tutto è accessibile per avere un’idea completa. Le certezze di un tempo non so neppure dove le ho lasciate. Le discussioni in merito le trovo sempre parziali e viziate, anche quelle alle quali ho partecipato un tempo, adesso sempre meno. Se potessi scegliere non so se vorrei questa libertà. Temo che la userei male. Vorrei la cura, sempre, e vincere una battaglia dopo l’altra, accettando solo la sconfitta finale inevitabile, magari veloce e il più indolore possibile. E poi la sconfitta mi piacerebbe non fosse per sempre e ovunque, mi illudo che l’Arcangelo Michele stia a guardia di chi amo, pronto e impossibile da distrarre con le meschinità umane, quelle neppure le considera, pensa ad altro, lui vede oltre gli ostacoli che mi rendono cieco, stupido, impaurito e indeciso. Ciao, Viz. Altre parole servono per spiegare? Magari sì, non saprò mai dire ogni cosa, mi devo adattare a ciò che sono.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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