Le cartoline viaggiano, o per dirla meglio viaggiavano. Ai tempi
dei nostri spostamenti in Europa ne spedimmo praticamente da ogni Paese
visitato e quelle presero, prima di noi, la via del ritorno, a cercare amici e
genitori per portare un nostro saluto e ricordo. Le cartoline a volte
arrivavano prima che noi fossimo già tornati, anticipavano in parte i luoghi
dei quali avremmo poi parlato o mostrato le nostre fotografie, quando ancora le
fotografie erano con pellicola e cartoncino. E così capita che, per uno strano
gioco del tempo, alcune cartoline che mandammo ai miei io le abbia recuperate
prima che la casa dove vissero venisse svuotata e venduta. Uno dei luoghi che
vedemmo una sola volta fu il parco di Plitvice coi suoi laghi e i suoi
percorsi, e di cartoline ne comprammo diverse dopo la visita. Poi comprammo i
francobolli, nell’allora Jugoslavia, ne scrivemmo molte, le imbucammo e una di
queste arrivò a casa dei miei, la stessa dove vissero i loro ultimi anni, senza
quasi mai buttare nulla, esattamente come sto facendo io ora che non getto
quasi neppure uno scontrino. Quella casa fu il loro sogno realizzato, dopo anni
di vita sofferta in condominio, e in quella casa raccolsero quello che potevano
della loro esistenza. E conservarono molte delle cose che conoscevo, che avevo
visto da sempre, pure le cartoline. Il tempo non perdona nulla del bello o del
brutto che si è avuto, lo ricorda tutto e a volte lo fa ricordare anche a me. Ti
lascio un sorriso, Viz. Appena posso ti mando una cartolina dove sai.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la
fonte, grazie)
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