Quando mi muovo nel mondo reale, quello che percepisco con
vista, udito, olfatto, tatto, gusto, equilibrio e con altri sensi concessi al
mio corpo fisico, mi sembra che tutto sia oggettivo, abbia una successione
temporale definita, anche se non sempre logica. Sicuramente c’è un prima e un
dopo, a volte intuisco relazioni di causa-effetto altre volte non mi è
possibile, ma sembra il solo mondo nel quale vivere, progettare e realizzare o
fallire nel tentativo. In questo mondo mi è possibile sognare di migliorarlo,
di recuperare le persone perdute, di rivivere il bello che sembrava finito. Il
vero sogno, invece, è tutt’altra cosa. È un mondo parallelo invasivo e
destabilizzante, che mi richiede di riallacciare rapporti impossibili, che
riporta una casa demolita o venduta, un’auto degli anni sessanta, e mi fa
parlare con i morti, letteralmente. Questi due mondi rifiutano di accettarsi a
vicenda. Convivono a fatica nello stesso territorio, sempre io, ma si fanno la
guerra dall’inizio dei tempi, non so quale ha iniziato per primo. Nessuna
analogia con vicende attuali e storiche, solo un collegamento assurdo a livello
di immaginazione. Mentre sogno non desidero svegliarmi, la trovo una forzatura
faticosa. Quando mi sono svegliato quasi sempre voglio dimenticare in fretta
quelle ombre che sembravano reali, ed essere del tutto cosciente, rimuovendo
incubi o immagini che simulano ciò che potrei aver vissuto o potrei vivere. Ciao,
Viz. Magari questi mondi poi non sono neppure separati, o forse non sono solo
semplicemente due.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la
fonte, grazie)
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