Qui le giornate vengono una dopo l’altra e, per fortuna, non vi
sono fatti nuovi da raccontarti. Diffido del nuovo, che a volte porta sfortune,
meglio il nulla o la noia. So che il rischio conviene correrlo, in alcune
occasioni, ma poi la pigrizia mi porta a non far nulla, a ripercorrere vecchie
strade e anche a lasciarne alcune. Leggo in un breve romanzo la descrizione
crudele di un personaggio non molto normale: soffriva di carenze affettive,
solitudine e senso di fallimento, infantilismo cronico. Costui poi finisce pure
male. Mi è venuto un momento di arrabbiatura depressiva, e mi sono appisolato
male. Come uscirne? Uscendo, ovviamente, a far due passi e un po' di spesa non
urgente ma per vedere gente. Mi sono distratto e ho cercato qualcosa di allegro
da raccontarti perché le cose nere non sono mai il massimo per sostenere un
minimo di dialogo positivo. Ed è stato allora che, per fortuna, ho visto un
culo allegro, letteralmente. Passando ho visto il negozio vicino che vende
prodotti per la casa e la cura della persona e a volte mi capita di guardare o
i cartelli con le offerte o alcuni oggetti esposti in vetrina. Dalla strada si
vede il retro della cassa e anche la cassiera, se sta servendo un cliente.
Bene. Lei c’era e sembrava non ci fosse nessuno davanti a lei e sicuramente
stava ascoltando qualcosa o canticchiava per conto suo accennando a qualche
mossa come se ballasse. Impossibile non vedere il suo culo che ondeggiava
allegro insomma, e questo ha messo allegria pure a me. Ora ti lascio un
sorriso, Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la
fonte, grazie)
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