Ogni giorno, guardando in quella direzione, vedo le antenne
sulla sua vetta e so che sotto di queste si trova il rifugio. Ci siamo stati
assieme una sola volta e poi mai più. Io non ci sono mai tornato malgrado i moltissimi
anni trascorsi. È strano pensare a quello che vedo dal fondovalle, ora, a
Rovereto, mentre quando vivevo a Ferrara il mio orizzonte arrivava
apparentemente più lontano ma non vedevo nulla oltre un certo limite. La
pianura nasconde ciò che si trova a soli 500 metri, a volte, e basta una siepe
o qualche albero a nascondere intere città. Occorre alzarsi salendo su una
torre o su un argine per recuperare un po' il territorio attorno. Qui è
diverso. Vedo paesi a chilometri di distanza, distanziati gli uni dagli altri, e
di notte le loro luci accese sembrano piccole nebulose nel cielo notturno.
Ormai ci ho fatto l’abitudine ma i primi tempi in Trentino avevo la sensazione
strana di essere sempre in vacanza. Del resto era stato solo in vacanza che,
prima, avevo conosciuto questi luoghi, come ad esempio Canazei nel periodo di
capodanno più di mezzo secolo fa. Allora avevo sete di scoperte e fame di
persone, col tempo ho saziato molto anche se non tutto e non so se rifarei
alcune cose di allora, semplicemente le ricordo come sfogliando un album di
vecchie fotografie rimanendo sempre un po' stupito dal fatto che quelle foto
col tempo si sono ingiallite o sono rimaste testardamente in bianco e nero. È
il passato, mi suggerisce una vocina, è alle tue spalle, è la sorgente
sul monte mentre tu vai verso l’incontro col mare, verso il futuro che ti resta
e ti aspetta. Ciao, Viz. Eppure noi, che venivamo dalla pianura, ci siamo
incontrati tra i monti, seppure in riva ad un lago che assomiglia un po' al
mare.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la
fonte, grazie)
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