Leggo di una persona importante che di recente ha perso la vista e che dice, giustamente, di non essere la sua infermità. L’insieme è complesso, si valuta considerando almeno diversi parametri e quasi sempre quelli presi in esame non sono sufficienti. Si può essere valutati per le proprie capacità di guidare un autoveicolo, sull’abilità di scalare un pendio, sulla facilità di esprimere pensieri, sul tempo di reazione, e sicuramente questo contribuisce a creare una parte del tutto. Ma non bisogna mai dimenticare cosa pensano gli altri, che immagine hanno di noi, della stima o disistima che ci siamo costruiti nel tempo. E la fiducia? Quella è una cosa seria, si merita in anni ma si perde in un attimo, e ricostruirla poi non è sempre facile o possibile. E vendere la propria immagine, cioè vivere costruendo un personaggio, funziona, è corretto? Possiedo mille domande, conosco cose e so anche di scheletri nell’armadio miei ed altrui, ma vivo in un mondo che non so definire. Quindi anche i modelli non li conosco, o non li conosco più. Restano le grandi categorie dell’onestà reale e intellettuale, dell’impegno, del sacrificio per un certo fine, ma altre categorie mi si sono sfaldate col passare degli anni. Resto nel passato e non so vedere il futuro. Certamente vivo nel presente, faccio cose giuste e sbagliate nel presente, e dopo di me si vedrà meglio cosa veramente ho fatto. Ciao, Viz. Cosa sarà?
Silvano C.©
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