Il primo giorno di ora solare il sole se ne va lasciandomi al buio anticipatamente. Con le piogge e la temperatura che poco alla volta o più velocemente si abbassa l’inverno si avvicina a grandi passi. Attendo a breve l’estate di San Martino, penso che in quei giorni preparerò al nostro modo le caldarroste e mancherai solo tu. Io nel frattempo faccio stupidaggini e poi me ne pento, telefono ma mai abbastanza, cammino ma mai quanto dovrei, penso a volte troppo o a vuoto. Sono giornate, queste, nelle quali è piacevole leggere qualcosa che faccia volare altrove la mente e disperda le preoccupazioni e le solitudini. Aspetto la sera per poter chiudere con l’impressione di aver concluso tutto quanto potevo e di riuscire a rilassarmi sino al giorno dopo, ma mi spaventa l’idea che durante la notte mi vengano a visitare troppi sogni, ombre più che altro, ma che mi impediscono di riprendere sonno subito. Ho paura di aver paura, alla fine, e non so neppure esattamente di cosa. Potrei fare un elenco di paure provate nel corso degli anni, alcune di queste decisamente ridicole, e ovviamente i pericoli veri sono poi venuti dalle direzioni che non tenevo in considerazione. Alcuni di questi pericoli li abbiamo affrontati assieme, tu li ricordi sicuramente meglio di me. Non abbiamo sempre vinto, purtroppo. Raccontavo ieri ad un’amica che solitamente si vincono anche molte battaglie ma la guerra alla fine si perde sempre. Serve fatalismo e culo. Ciao, Viz.
Silvano C.©
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