sabato 26 ottobre 2024

Io nelle città

Occorre dire chiaramente che alla fine parlo sempre di me anche quando parlo di te. Del resto è un mio chiodo fisso da tanto tempo che non so neppure quantificarlo quello di valutare ogni atto di generosità come in realtà di puro egoismo. E quindi è logico che sia sempre io ad essere presente anche se parlo di altro o altri. Quell’amica ed io. Quel viaggio assieme come l’ho visto io. Il tuo dolore come l’ho vissuto io. Mi sono attribuito diritti non miei, ho descritto cose non mie, ho pensato e penso sempre prima a cosa sono io. Oggi ho fatto la spesa. Ho pagato ad una cassa automatica, come se ne trovano in vari punti vendita a Rovereto, ho preso lo scontrino e il resto, poi sono uscito. E appena superato il varco elettronico mi sono reso conto di non aver messo in borsa la spesa appena fatta, la vedevo ancora sul piano della cassa, ed io stavo fuori. Poi ho risolto, e mi sono ricordato di alcune volte, in passato, che col lettore avevo aggiunto qualcosa che avevo pagato ma che non avevo in realtà preso, riponendolo sullo scaffale. E poi altre circostanze nelle quali, ad un controllo, ho dimenticato di tirar fuori da una borsa alcune cose che quindi non sono risultate da pagare, malgrado prima le avessi correttamente segnate, e quindi mi sono ritrovato a pagare meno di quanto avevo letto prima e solo arrivato a casa capire che avevo preso e non pagato non so neppure io cosa. Questo mi succede, prendere senza pagare o pagare senza prendere. E immagino molte altre varianti, ovviamente non soltanto con gli strumenti elettronici, ma anche con le persone in carne ed ossa dietro la cassa, o dietro il bancone. Questa divagazione per dirti cose di me, che in parte sai già. Perché uno degli scopi che mi sono dato è parlarti. E allora continuo dicendoti di alcune città, dove siamo stati o dove ormai non potremo più andare. Inizio dalle seconde e poi delle prime, ripensandoci, non dirò nulla, ché già sai. Una città del Vermont la vedrei volentieri. Mi sembra che dovrebbe piacere a entrambi, vicino al Canada, in un ambiente simile al nostro Trentino. E poi una città asiatica di quelle che hanno abitazioni su barche in grandi fiumi, dove la vita è diversa rispetto a quella tipicamente di terra, dove il contatto con l’acqua è costante. Non mi spiacerebbe, anche per pochi giorni, visitate un piccolo centro russo al confine con la Cina, e tentare di vedere ciò che so soltanto immaginare. Per finire vorrei finalmente andare a Parigi, restarci mesi, visitare ogni museo, mangiare in decine di posti diversi, immaginarmi com’era la città all’inizio del secolo scorso. E poi basta, le mie città sono solo sogni, e non le vedrò mai, queste almeno che ho citato. Ciao, Viz.

                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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