domenica 14 gennaio 2024

camminare

Camminiamo e pensiamo, lo possiamo fare. Magari sembra di camminare e non pensare a nulla, ma non è così. La realtà esterna irrompe e chiede attenzione, è quello che succede, non siamo del tutto liberi di lasciar andare dove desideriamo la fantasia perché a distrarci arriva una foglia, un discorso, un gatto, un tramonto o un soffio di vento freddo. In tal modo la mente si libera da alcune catene che la trattengono quando si rimane tra quattro mura, è in grado di vedersi dall’esterno o, meglio, si dimentica di esistere. A volte penso che la perfezione sia esattamente l’annullamento dell’io personale e il processo di integrazione col tutto che è fuori di noi e ci contiene, perché ne facciamo parte. Credo che alcune filosofie orientali questo lo dicano da secoli, anche se magari mi sbaglio perché non ho mai approfondito l’argomento. Camminare distrae un po' dai pensieri cupi, riporta verso l’equilibrio alcuni parametri vitali, fa restare in salute più a lungo in attesa della fine che arriverà più o meno dolcemente per tutti. Ma perché pensare a quello quando si può uscire dalla porta di casa?

                                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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