Il freddo non ci spaventava, il letto gelido si affrontava e anche i vetri con i disegni cristallini del ghiaccio sembravano belli.
Il caldo estivo micidiale con le zanzare a infastidire, il sudore anche all’ombra e le cicale che facevano il loro concerto non ci disturbava.
Le distanze anche di chilometri percorse a piedi o in bicicletta e non per sport ma per necessità erano la norma, l’auto la possedevano in pochi, i signori.
I ristoranti erano belli, invitanti, anche se assomigliavano di più a trattorie. Probabilmente vi si mangiava anche bene, ma non ci entravamo mai.
I libri non erano molti, i primi furono quelli scolastici, e solo dopo, poco per volta, vennero gli altri, tutti gli altri.
Sembrava di avere decisamente poco, e questo poco appariva normale, accettabile anche perché si aveva la prospettiva di migliorare l’anno dopo, e poi l’anno dopo ancora.
Non è che tutto fosse facile, mentirei, sicuramente eravamo più giovani. Molti di chi allora stava con noi è già partito a scoprire cosa ci aspetta dopo, se c’è un dopo.
Ciao Viz. Avrei alcune domande,
ma le conservo.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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