lunedì 24 novembre 2014

Te lo dico in due parole: è difficile


Se ti dicessi che è facile mentirei, prima di tutto a me stesso, e poi a te.
Non è facile per nulla ottenere un certo risultato al quale tieni molto, in qualsiasi campo si tratti di intervenire. A meno di colpi di fortuna che possono sempre capitare, o di carte truccate sin dall’inizio, ogni cosa ha un suo prezzo che pagherai. 
La comprensione di una certa situazione politica, la soluzione di un problema economico, la progettazione di una costruzione, il successo sul piano personale e lavorativo, la soddisfazione sul piano emotivo, sentimentale e sessuale e tanti altri aspetti della nostra vita di ogni giorno prevedono difficoltà più o meno grandi.
In certi casi si tratta letteralmente di dedicare ad uno scopo l’intera vita, o di studiare per anni, allenarsi in modo costante senza cedere mai o quasi mai.
Un musicista concertista non può permettersi di non studiare il proprio strumento e di ignorarlo per troppi giorni. Se lo fa, se commette l’errore di farlo, recuperare il livello precedente sarà molto duro per lui.
Quindi la televisione come la conosciamo negli ultimi anni, in particolare molti suoi programmi di cosiddetta informazione o divulgazione scientifica, è semplicemente un antipasto per raggiungere una discreta conoscenza in quel campo specifico. Poi occorre preparare il pranzo, ma farlo sul serio.
Ovviamente la televisione di semplice intrattenimento è tempo perso ai fini del raggiungimento di un qualsiasi risultato, e la tv spazzatura, al lato opposto della gaussiana, ne è la perfetta antitesi.
Chi si guarda certi programmi apparentemente accattivanti, ma in realtà beceri e volgari, disinformati, depistanti e creati chiaramente in malafede per mantenerci ignoranti si comporta da sottosviluppato intellettuale, e non può accusare le emittenti di passare solo quella merda, come se la colpa fosse sempre degli altri. Da un certo momento in poi (per la legge italiana dai diciotto anni) ciascuno di noi diventa del tutto responsabile delle proprie azioni, e la colpa non ricade più sui genitori, sulla scuola, sulla società. Da quel punto in avanti noi abbiamo la piena responsabilità delle scelte che operiamo, anche se sono sempre previste attenuanti generiche e specifiche delle quali però non si deve abusare.
È difficile, insomma, è costoso, è faticoso e non offre garanzie di successo. Si può continuare a restare poveri, ad ammalarsi, a non ottenere il rispetto o l’attenzione di quelle persone, e si può ancora non ottenere il lavoro che si vorrebbe. Ma non ci sono scorciatoie. Occorre approfondire e studiare, colmare le ignoranze una alla volta, fingere che non ne esistano altre per un attimo, in attesa di scegliere il passo successivo.
Ci sono libri, biblioteche pubbliche e private, fonti serie in rete, pubblicazioni, conferenze, manifestazioni, partiti e movimenti politici, persone in carne ed ossa che, di volta in volta, possono aiutarci a rendere solo un po’ meno difficile quello che deve essere e rimanere difficile.
Se così non fosse anche la soddisfazione di aver raggiunto un obiettivo per quanto piccolo non la proveremmo mai, e quella è una delle cose più belle che ci riserva la vita.

                                                                       Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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