Non è facile per nulla ottenere un certo risultato al quale
tieni molto, in qualsiasi campo si tratti di intervenire. A meno di colpi di
fortuna che possono sempre capitare, o di carte truccate sin dall’inizio, ogni
cosa ha un suo prezzo che pagherai.
La comprensione di una certa situazione politica, la
soluzione di un problema economico, la progettazione di una costruzione, il
successo sul piano personale e lavorativo, la soddisfazione sul piano emotivo, sentimentale
e sessuale e tanti altri aspetti della nostra vita di ogni giorno prevedono
difficoltà più o meno grandi.
In certi casi si tratta letteralmente di dedicare ad uno
scopo l’intera vita, o di studiare per anni, allenarsi in modo costante senza
cedere mai o quasi mai.
Un musicista concertista non può permettersi di non studiare
il proprio strumento e di ignorarlo per troppi giorni. Se lo fa, se commette l’errore
di farlo, recuperare il livello precedente sarà molto duro per lui.
Quindi la televisione come la conosciamo negli ultimi anni,
in particolare molti suoi programmi di cosiddetta informazione o divulgazione scientifica,
è semplicemente un antipasto per raggiungere una discreta conoscenza in quel
campo specifico. Poi occorre preparare il pranzo, ma farlo sul serio.
Ovviamente la televisione di semplice intrattenimento è
tempo perso ai fini del raggiungimento di un qualsiasi risultato, e la tv
spazzatura, al lato opposto della gaussiana, ne è la perfetta antitesi.
Chi si guarda certi programmi apparentemente accattivanti,
ma in realtà beceri e volgari, disinformati, depistanti e creati chiaramente in
malafede per mantenerci ignoranti si comporta da sottosviluppato intellettuale,
e non può accusare le emittenti di passare solo quella merda, come se la colpa
fosse sempre degli altri. Da un certo momento in poi (per la legge italiana dai
diciotto anni) ciascuno di noi diventa del tutto responsabile delle proprie azioni,
e la colpa non ricade più sui genitori, sulla scuola, sulla società. Da quel punto
in avanti noi abbiamo la piena responsabilità delle scelte che operiamo, anche
se sono sempre previste attenuanti generiche e specifiche delle quali però non
si deve abusare.
È difficile, insomma, è costoso, è faticoso e non offre
garanzie di successo. Si può continuare a restare poveri, ad ammalarsi, a non
ottenere il rispetto o l’attenzione di quelle persone, e si può ancora non ottenere
il lavoro che si vorrebbe. Ma non ci sono scorciatoie. Occorre approfondire e
studiare, colmare le ignoranze una alla volta, fingere che non ne esistano
altre per un attimo, in attesa di scegliere il passo successivo.
Ci sono libri, biblioteche pubbliche e private, fonti serie
in rete, pubblicazioni, conferenze, manifestazioni, partiti e movimenti
politici, persone in carne ed ossa che, di volta in volta, possono aiutarci a rendere
solo un po’ meno difficile quello che deve essere e rimanere difficile.
Se così non fosse anche la soddisfazione di aver raggiunto
un obiettivo per quanto piccolo non la proveremmo mai, e quella è una delle
cose più belle che ci riserva la vita.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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